“Comodino sporco: scopri in quale ospedale”

Sanità siciliana e igiene: concorso a premi provocatorio del Codacons

CATANIA – “Dalla foto del comodino sudicio indovina qual è l’ospedale”. E’ il titolo di un ‘concorso a premi’ lanciato provocatoriamente con una foto sui social e on line dal Codacons per “sensibilizzare coloro che dirigono la sanità siciliana sull’importanza dell’igiene negli ospedali”. Il primo a indovinare vincerà la tessera dell’associazione.

“I nosocomi – afferma il vicepresidente regionale del Codacons, Bruno Messina – sono luoghi in cui i pazienti, soggetti particolarmente vulnerabili, possono contrarre pericolose infezioni e quindi anche i piccoli dettagli, come la pulizia dei comodini, possono fare la differenza nella prevenzione delle infezioni nosocomiali. La nostra è una provocazione poiché attraverso i social media e altri canali on line pubblicheremo l’immagine di un comodino sporco scattata in un reparto di un ospedale di Catania senza specificare quale sia. I partecipanti si cimenteranno in una sfida volta a indovinare a quale ospedale appartiene il comodino mostrato nell’immagine. Può partecipare chiunque, anche il personale ospedaliero. L’obiettivo è quello di porre l’attenzione sull’importanza della pulizia e dell’igiene negli ospedali, sensibilizzando direttori generali, direttori sanitari, primari, medici e personale sanitario in genere sulla necessità di mantenere un ambiente ospedaliero pulito e sicuro per tutti i pazienti”.

“L’igiene nei nosocomi – continua Messina – è fondamentale per prevenire la diffusione delle infezioni. La pulizia regolare dei dispositivi e degli ambienti ospedalieri riduce il rischio di contaminazione batterica e virale, proteggendo i pazienti, il personale sanitario e i visitatori. Le infezioni nosocomiali rappresentano una seria minaccia per la salute dei pazienti e rimangono un problema diffuso, tant’è vero che si verificano casi di persone che, dopo essere state ricoverate per determinati interventi, sono poi decedute a seguito di infezioni contratte in ospedale”.

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