Ucciso perché non pagava l’affitto

Colpi di fucile contro 32enne nella periferia di Palermo, fermato il padrone di casa. In strada lo strazio di parenti e amici

PALERMO – Il 32enne Aleandro Guadagna è stato ucciso questa mattina a Palermo a colpi di arma da fuoco. Il delitto è avvenuto in via Mulino nella borgata di Boccadifalco, alla periferia sud della città. I carabinieri hanno fermato il padrone di casa, Giuseppe La Corte, 77enne pensionato, accusato di aver commesso il delitto a causa di alcune mensilità dell’affitto non pagate dal giovane muratore, padre di 4 figli.

L’omicida avrebbe atteso che Guadagna uscisse dal portone di casa prima di fare fuoco. Poi è fuggito. I familiari del 32enne hanno subito chiamato il 112, un’ambulanza è arrivata nel giro di pochi minuti, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Strazianti le scene davanti al corpo di Guadagna, con il dolore di familiari e amici.

Alcuni testimoni hanno raccontato di liti per affitti non pagati al padrone di casa. E le indagini hanno subito imboccato una pista precisa: i carabinieri sono andati a casa del sospettato, ma non l’hanno trovato. I suoi familiari hanno raccontato che era uscito presto e aveva lasciato una lettera: spiegava che stava andando a incontrare l’inquilino per sistemare la questione degli affitti non pagati. Nessuno dei parenti aveva mai pensato che potesse finire così. I carabinieri hanno fermato l’anziano nel quartiere Borgo Nuovo, nel parcheggio del centro commerciale La Torre. A bordo della sua auto è stato trovato un fucile, mentre sul luogo del delitto sono state recuperate alcune cartucce. Il presunto assassino è stato portato in caserma per eseguire l’esame dello stub e accertare se vi siano tracce di polvere da sparo nelle mani. Assistito dal suo legale di fiducia, è stato interrogato dal magistrato titolare dell’indagine davanti al quale ha ammesso le sue responsabilità.

Guadagna era stato scarcerato a giugno. Il suo nome era spuntato in una inchiesta su una rapina a un anziano non vedente. Il giovane e i complici avevano finto di essere dei postini e di dover consegnare un pacco, si erano introdotti nella casa del disabile, lo avevano sequestrato e rapinato. A incastrare il bandito sono state le impronte lasciate sul pacco usato come stratagemma per farsi aprire la porta. 

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