A Catania il decadimento cerebrale diventa una poesia

di Nuccio Sciacca. La piccola Martina vince il concorso organizzato dal Garibaldi e dall’istituto Mangano

Il concorso intitolato al poeta dell’antica Grecia Stesicoro dal titolo “Aurora e tramonto del cervello, il valore della vita”, si è concluso con la cerimonia di consegna dei premi nell’aula Dusmet dell’ospedale Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù. Se lo è aggiudicato Martina Ferro con la poesia “Voragine”. Al secondo posto Caterina Gangemi, ed al terzo ex-aequo Alice Leuzzi e Marta Cocuccio (nella foto). Hanno ricevuto i premi dal direttore generale dell’Arnas, Fabrizio De Nicola, dal presidente dell’istituto Lucia Mangano, Federico Galasso e da tre specialisti che facevano parte del comitato scientifico del concorso: Maria Ciardi, docente dell’Università La Sapienza di Roma, Gabriele Siciliano, direttore della clinica neurologica dell’università di Pisa, e Nino Pavone, primario emerito del Garibaldi.

Particolarmente significativo l’accostamento e i risvolti medico-sociali del decadimento cognitivo ed il tramonto della vita. Ancor di più come siano visti e interpretati dai giovanissimi che, numerosi, hanno partecipato al concorso con le loro liriche. “Come, in primavera, i fiori in boccio aprono la corolla petalosa, per il caldo abbraccio del sole così, mi piace immaginare che il cervello, questo organo vitale, da cui dipende ogni gesto… ogni movimento, esplichi la sua funzione, sotto le emozioni del cuore” è uno dei versetti più toccanti della poesia vincitrice. Oggi, del resto, la scienza medica avverte: un deterioramento delle funzioni cognitive e comportamentali, per lieve che sia agli esordi, può svilupparsi e diventare grave.

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