Pentito morto doveva deporre: ‘Aveva paura’

Palermo: era atteso il 20 marzo al processo sulle stragi del '92

Armando Palmeri, ex collaboratore di giustizia trovato morto ieri nella sua casa tra Partinico e Alcamo apparentemente per un infarto (lunedì l’autopsia), il prossimo 20 marzo avrebbe dovuto deporre in tribunale a Caltanissetta nell’ambito del processo sulle stragi del ’92. Uomo di fiducia del boss alcamese Vincenzo Milazzo, doveva avere un confronto con l’ex chirurgo alcamese Baldassare Lauria. A fare il nome del medico fu proprio Palmeri in una delle sue tante dichiarazioni fornite ai magistrati.

Per l’ex collaboratore di giustizia, Lauria avrebbe preso parte ad almeno tre incontri, nella primavera del 92, tra Castellammare del Golfo ed Alcamo tra esponenti mafiosi e uomini dei servizi segreti, poco prima delle stragi di Capaci e via D’amelio. Negli ultimi giorni Palmeri avrebbe manifestato delle preoccupazioni tanto da richiedere al tribunale di Caltanissetta, attraverso il proprio legale, di comparire in videoconferenza. “Palmeri – scrive il suo legale – non più sottoposto a programma di protezione – mi ha rappresentato grossi timori per la propria sicurezza a seguito della comparizione personale, essendo riuscito a mantenere riservata da oltre un ventennio la propria immagine. La provenienza dalla città di Alcamo, costituisce ulteriore motivo di preoccupazione per Palmeri che vede accrescere le preoccupazioni per la propria incolumità”.

Palmeri aveva rivelato, tra l’altro, che il capomafia nella primavera del ’92 ad Alcamo incontrò per tre volte uomini dei servizi segreti. Testimoniando nel processo ‘Ndrangheta stragista’, a Reggio Calabria, disse anche che Milazzo, venendo a conoscenza dei piani stragisti proposti dai servizi, esclamò: “Questi sono pazzi!”. Un dissenso che avrebbe pagato con la vita, pochi mesi dopo, assieme alla fidanzata Antonella Bonomo.

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