Caso Denise, la giudice: ‘Non ho ritrattato’

Il processo a Marsala: respinta la richiesta di proscioglimento 

MARSALA (TRAPANI) – La Procura e la difesa hanno chiesto il proscioglimento del giudice Maria Angioni, sotto processo a Marsala per false informazioni al pm nell’inchiesta sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, ma il giudice monocratico Giuseppina Montericcio ha respinto la richiesta. Angioni aveva denunciato una serie di falle nell’indagine sulla scomparsa della bambina, parlando di depistaggi, per poi rilasciare oggi lunghe dichiarazioni spontanee che secondo la Procura costituirebbero una ritrattazione.

“Non ho ritrattato – dice lei fuori dall’aula del tribunale -. Con la decisione della giudice Montericcio di non accogliere la richiesta di proscioglimento ho ottenuto il mio obiettivo, che è quello di perseguire la verità nel caso Denise, per il quale, di recente, credo di aver fornito importanti spunti investigativi, come quello dell’acquisto di sim telefoniche da un negozio di Terni, del quale non figura indirizzo e partita Iva, utilizzate l’1 settembre 2004 da persone, una anche molto importante, che potrebbero avere avuto un ruolo nel sequestro della bambina. E il tracciato di una queste sim, il giorno della scomparsa, è compatibile con la zona del sequestro e le vie di fuga dalla città”. 

Il giudice Montericcio ha ammesso alcuni dei testi chiesti dalla difesa: l’ex procuratore della repubblica di Marsala Antonino Silvio Sciuto, l’ex sostituto Luigi Boccia, che insieme alla Angioni furono tra i primi a indagare sulla scomparsa della bambina da Mazara del Vallo l’1 settembre 2004; gli allora consulenti della Procura marsalese Luigi Simonetto, Paolo Agate e Gioacchino Genchi, l’allora dirigente del commissariato di polizia di Mazara, Antonio Sfamemi, e l’allora fidanzata (poi) Stefania Letterato, che era amica di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, processata e assolta per concorso nel sequestro.

E ancora: due marescialli dei carabinieri, Lombardo e Di Girolamo, Piera Maggio e Giovanni Caravelli, direttore dei servizi segreti (Aise) e il giornalista Angelo Maria Perrino, direttore di “Affaritaliani”. Il giudice Montericcio non ha, invece, ammesso, perché presentata fuori tempo massimo, una seconda lista presentata dalla difesa, nella quale figurava anche il nome dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta.

Quest’ultimo, ha spiegato la Angioni, “ai primi del 2005 era presente a Palazzo Chigi, mi ha riferito l’avvocato Giacomo Frazzitta, quando Piera Maggio, in qualità di parte offesa, e il suo legale furono convocati per chiedere loro ‘spiegazioni’ sui ‘problemi’ tra la Procura di Marsala e la polizia”. I magistrati, infatti, avendo indagato su alcuni poliziotti del commissariato di Mazara, poi condannati, e sulla base di alcune intercettazioni non si fidavano della polizia e affidarono le indagini sul sequestro Denise alla sezione di pg dei carabinieri della Procura. All’incontro romano sarebbe stato presente anche l’allora capo dello Sco, Carluccio. La prossima udienza del processo alla Angioni sarà il 14 febbraio. Tra i testi citati per quella data il pm Luigi Boccia.

 

 

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