Pnrr, a Catania 110 mln: ‘Ma rischiamo di sprecarli’

Ugl: "Preoccupanti i tempi della nostra burocrazia"

CATANIA – Con la disponibilità dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza i Comuni di Catania e provincia che hanno presentato la richiesta di finanziamento si sono visti riconoscere finanziamenti per una somma totale di oltre 110 milioni di euro. “Una cifra considerevole (che arriva a 185 milioni grazie ad altre misure) che per la Ugl etnea – dice il sindacato – contribuisce a far nascere il timore per il complesso di criticità che potrebbero sorgere davanti ad una operazione di rinascita così rilevante”.

L’Ugl sottolinea che “si parla di 18 centri del Catanese più il Comune capoluogo che potranno realizzare più di 70 “sogni nel cassetto, poiché ci sono elaborati fermi da anni, oggi pronti ad essere rispolverati per prendere forma. Una situazione affascinante e allo stesso tempo inedita, visto che quasi in contemporanea tutti questi cantieri dovranno essere allestiti, avendo l’obbligo di attestarsi al 30% entro il 2024″, spiega il segretario territoriale Giovanni Musumeci.

“Non è poi una data così lontana, due anni scorrono velocemente tra le varie pastoie. E’ proprio questa la nostra più forte preoccupazione, ovvero quella che quest’occasione si possa perdere strada facendo con il rischio di avere o lavori interminabili oppure nuove inutili incompiute. A Catania, ancora adesso è visibile l’emblema di come il sistema delle opere pubbliche non funziona, ovvero quel collettore di salvaguardia il cui progetto approvato nel 2011 è andato in gara d’appalto nel 2015, aggiudicata nel 2016, mentre i primi scavi sono iniziati nel 2017 e stanno proseguendo ancora oggi. Se consideriamo che l’iter è iniziato nel 2004 con il protocollo d’intesa, siamo già a 17 anni dall’idea e la condotta non è stata ancora messa in funzione. Praticamente abbiamo un’opera concettualmente e tecnologicamente superata”, fa notare il sindacalista.

Di esempi “ne possiamo fare tanti altri e per questo temiamo che si possano ripetere situazioni simili, dato che con l’arrivo dei soldi del Pnrr preventivamente non si è fatto nulla in termini di semplificazione di tutte le procedure (dalla fase progettuale a quella operativa), mentre l’azione di potenziamento del personale è in corso in alcuni Comuni anche se appare insufficiente. L’organico della quasi totalità di enti nella nostra ex provincia, soprattutto nel settore tecnico, allo stato attuale è infatti ridotto al lumicino e le realtà che ad oggi stanno riuscendo ad assumere (con i tempi che ci vogliono per fare un concorso) lo fanno per gestire l’ordinaria amministrazione. Altri neanche se lo possono permettere per lo stato finanziario in cui versano. Come faranno quei Comuni che dovranno occuparsi di tre o cinque finanziamenti contemporaneamente? Come si stanno organizzando gli uffici sovracomunali che dovranno fornire i necessari pareri? E le società cui competono i servizi e i sotto servizi, laddove incidono, come si stanno approcciando? Auspichiamo la rapida istituzione di una cabina di regia a livello di area vasta per vigilare sul compimento delle procedure di quella che per noi rappresenta un’imperdibile chiamata per il lavoro e la ripartenza delle comunità”.

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