Corsa ai tamponi: sono il 50% in più

Fondazione Gimbe: "Per ogni non vaccinato fino a tre test a settimana"

In sette regioni, anche se lievemente, tornano ad aumentare i contagi da Covid e negli ultimi sette giorni il calo – che prosegue da ormai sette settimane – rallenta (-1,9%) di fronte al boom di tamponi in questi giorni: sono quasi il 50% in più. Anche se i dati emersi dal monitoraggio della Fondazione Gimbe non destano allarme, ora si guarda con cautela alle prossime settimane, visto l’aumento dei nuovi positivi che si registra in Liguria (+14), Umbria (+19), Friuli Venezia Giulia (+114), Campania (+120), Lombardia (+129), Piemonte (+131), Lazio (+156). Tra le città che hanno in proporzione i numeri più alti c’è Trieste, diventata in questi giorni il punto di riferimento delle proteste dei No pass e delle contestazioni alle misure anti-Covid.

A spiegare il fenomeno è il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi: “La crescita dell’incidenza dei casi di Covid in Friuli Venezia Giulia – dice – è collegata in prevalenza all’aumento dei casi registrato a Trieste dovuto anche alla più bassa percentuale di vaccinati rispetto alla media regionale”. Laddove scarseggiano i vaccinati, aumentano i tamponi. In generale – dopo l’estensione del certificato verde ai luoghi di lavoro – il numero dei test rapidi ha registrato una netta impennata e nell’ultima settimana ne sono stati effettuati 2.151.081 con un aumento, rispetto alla precedente, del 78,5%. Secondo la stima di Gimbe, ogni persona non vaccinata può quindi arrivare a sottoporsi a tre tamponi a settimana.

Cresce anche il numero di certificazioni di malattia presentati dai lavoratori nei primi giorni di obbligo del lasciapassare. Gli ultimi dati sono quelli della Toscana, dove – in linea con le cifre nazionali, l’incremento percentuale è stato più marcato venerdì 15 ottobre (+21,2%, con 5.717 certificazioni), tendendo poi a ridursi lunedì 18 ottobre e martedì 19 ottobre. Secondo l’Inps, il maggior numero di certificazioni si è avuto nel settore privato, ma l’incremento percentuale più marcato si è avuto nel settore pubblico. Ma la spinta alle immunizzazioni, seppure fisiologicamente rallentata, prosegue facendo calare il numero degli ‘scettici’: in sette giorni sono state vaccinate 407.404 nuove persone, pari al +4,7%. Con oltre dieci milioni di dosi nei magazzini dei centri delle regioni, il governo punta ora a dare lo sprint anche alle terze dosi: dal 16 settembre – data dell’inizio delle inoculazioni del booster a specifiche categorie – ne sono state somministrate solo 700.623, con un tasso di copertura del 9,3% rispetto a una quota di 7,6 milioni di persone di vaccinabili previsti dalla circolare ministeriale del 27 settembre scorso, ovvero immunocompromessi, over 80, ospiti e personale delle Rsa, operatori sanitari over 60 o vulnerabili.

Notevoli, inoltre, sono le differenze regionali: si passa dal 28,1% del Molise all’1,2% della Valle D’Aosta. Dopo la circolare del commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, alle Regioni, che sottolineava l’opportunità di un ricorso sempre più sistematico a medicina del territorio e farmacie, l’iniezione della terza dose potrebbe essere seguita dalla somministrazione del siero anti influenzale, che ora grazie a un accordo potrà essere somministrato in farmacia grazie alla sigla di un protocollo. In generale, i numeri dell’ultimo bollettino registrano rispetto ai precedenti una solo significativo cambiamento: le persone attualmente positive al Covid tornano a salire dopo circa 3 settimane, registrando l’aumento di 82 unità nelle ultime 24 ore. Sono invece 3.794 i nuovi contagi e 36 le vittime mentre il tasso di positività resta basso allo 0,6% (su 574.671 tamponi effettuati). Stabili terapie intensive (356 in tutto) e ricoveri ordinari (2.439).

I numeri riflettono sostanzialmente la mappa aggiornata sull’incidenza del Covid in Europa, curata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dove anche l’Emilia-Romagna, il Lazio, la Valle d’Aosta e la Basilicata si aggiungono alle regioni italiane che passano in verde. In tutto sono 12 le regioni italiane ‘verdi’ a basso rischio contagio, oltre alla provincia autonoma di Trento. Rispetto alla scorsa settimana, passa invece da verde a giallo il Friuli, raggiungendo nella fascia di rischio moderato (tra 75 e 200 casi ogni 100 mila abitanti) la provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Calabria e Sicilia.

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