“Da giugno saremo pronti a ricevere turisti. Io combattuto tra aprire e non aprire”

Musumeci: "Saremo felici di accogliere chi proviene dalle altre regioni d'Italia. Avrei detto sì ai parrucchieri"

PALERMO – “Vogliamo sperare che a giungo, se si apre il passaggio da una Regione all’altra, si possa attivare un minimo di turismo. Se supereremo questo limite di blocco, in Sicilia saremo felici di ricevere chi proviene dalle altre regioni d’Italia”. Il governatore della Sicilia apre le porte dell’Isola. Lo fa durante un’intervista su RadioUno.
“Certo non possiamo pensare a un turismo straniero – dice il presidente -: ovviamente chi arriverà si dovrà sottoporre alla misurazione della temperatura, dovrà mostrare l’autocertificazione e dovrà rispettare tutte le misure di sicurezza”.
Rispetto a eventuali nuove ordinanze “la Sicilia vuole attenersi alle linee generali del governo, anche perché il controllo sanitario sta in capo allo Stato. Alcune attività però potevano essere aperte il 4 maggio. Per noi, per esempio, possono aprire saloni di parrucchiere e barbiere e anche i piccoli negozi al dettaglio. Io non ho mai fatto una ordinanza non compatibile, a parte qualche piccola forzatura, con le disposizioni dell’unità di crisi nazionale”.
Il governatore rivela i suoi dilemmi. “Sto in trincea, al centro dei due partiti: ‘aprite tutto’ e ‘tenete tutto chiuso’. Per fortuna in Sicilia con la linea del massimo rigore e della fermezza abbiamo chiuso e ridotto gli accessi del ‘94% da cielo, mare e via terra: questo ci ha consentito di potere salvare il salvabile. Meno di 300 vittime che comunque sono una sconfitta per tutti, 2.200 positivi e poche decine in terapia intensiva. Ma guai a pensare che la partita sia vinta perché il virus è ancora qui in Sicilia”.
Infine Musumeci chiede al governo “linee generali all’interno delle quali i governatori, che concordano tutti sulla necessità di riaprire, si possono muovere in base alle esigenze dei territori. Sono convinto che da Roma arriverà il disco verde che consentirà di muoverci in base alla curva epidemiologica dei nostri territori”.

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