Muore a 5 anni: ‘Medico era infastidito dai timori dei genitori’

Ucciso da una peritonite acuta, a Trapani l'esposto dei familiari

TRAPANI – Chiedono giustizia i genitori di un bambino di soli cinque anni morto per una peritonite acuta tre giorni dopo la visita dal pediatra. La famiglia, residente a Trapani, vuole che si faccia luce sulle cause. La vicenda risale al giugno dello scorso anno, quando la madre ha riferito al pediatra di fiducia i sintomi accusati dal figlio. Il medico avrebbe consigliato la somministrazione di un integratore in gocce, poi avrebbe sottoposto il bambino a una visita ambulatoriale che si è conclusa con la diagnosi di una comune gastroenterite. “Ha ripetuto che la situazione era nella normalità – dicono i familiari -. Le condizioni del bambino, invece, sono precipitate: a circa 24 ore dalla visita, Giorgio si è aggravato e i genitori lo hanno immediatamente affidato alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Trapani, dove il bambino è stato operato d’urgenza con diagnosi di appendicite acuta con peritonite”.

Trasferito in rianimazione all’ospedale dei Bambini di Palermo, con diagnosi post-operatoria di “occlusione intestinale da appendicite acuta perforata gangrenosa con ascesso pericecale e peritonite diffusa e stato settico”, il piccolo è morto il 29 giugno, tre giorni dopo la visita ambulatoriale. I genitori hanno scelto di donare gli organi, ma proprio per la gravità delle infezioni\ l’espianto non è stato fatto. Il legale ha presentato un esposto per chiedere l’accertamento delle responsabilità. Il responso della perizia ha escluso le responsabilità degli ospedali di Trapani e di Palermo, mentre le accuse per il pediatra sono di omicidio colposo o lesioni personali in ambito sanitario “per aver omesso cautela, scrupolo, attenzione e diligenza nelle cure prestate al minore, dopo che i genitori richiedevano allarmati il suo intervento, mostrando un atteggiamento di insofferenza nei confronti dei timori manifestati dagli stessi, non interpretando correttamente la sintomatologia e senza sottoporre il piccolo a ulteriori e approfonditi accertamenti”, dice il legale.

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