Sammartino davanti al gip, fissato interrogatorio

Saranno sentiti pure gli altri indagati. Si dimette sindaco di Tremestieri

CATANIA – Sarà interrogato domani dal gip Carla Aurora Valenti il deputato regionale Luca Sammartino, indagato per corruzione dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta Pandora su presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Tremestieri Etneo. La linea di difesa, con l’avvocato Carmelo Peluso che lo assiste, sarà decisa dopo l’interrogatorio di garanzia. L’uomo forte della Lega nell’isola, con passati politici in Udc, Pd e Italia Viva, eletto con circa 21 mila preferenze alle ultime Regionali, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso dal giudice da incarichi pubblici per un anno.

PROCURA CHIEDE I DOMICILIARI. Per lui la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari. Dopo la notifica del provvedimento, effettuata ieri dai carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania, Sammartino si è dimesso da vicepresidente e da assessore regionale all’Agricoltura, incarichi che ha assunto ad interim il governatore Renato Schifani. Il parlamentare si è detto “sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati”. Sammartino è indagato per due casi di corruzione. Il primo è avere favorito il proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo impegnandosi nell’impedire l’apertura a un suo concorrente.

I VOTI PER LA CHINNICI. In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2019 per il Pd, Caterina Chinnici, poi eletta e da dopo passata a Forza Italia, totalmente estranea all’inchiesta. Il secondo caso riguarda due carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Catania, uno in servizio e l’altro in aspettativa che avrebbero fornito notizie su eventuali indagini nei suoi confronti e ‘bonificato’ da eventuali ‘cimici’ la sede della sua segreteria. Per uno di loro, il maresciallo in pensione Antonino Battiato, la Procura aveva chiesto la misura cautelare della sospensione dall’incarico, ma il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio di garanzia del militare dell’Arma previsto per domani.

DUE PROCESSI PENDENTI. Sono due i processi per reati in materia elettorale a Catania in cui è imputato Luca Sammartino. Davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Catania, in composizione collegiale, è pendente il processo per corruzione elettorale incardinato su indagini della Digos della Questura sulla presunta compravendita di voti per le regionali del 2017 e le politiche del 2018. Secondo l’accusa Sammartino, all’epoca esponente di Italia Viva, avrebbe promesso posti di lavoro e trasferimenti in cambio di voti per sé e per altri esponenti politici a lui vicini. Davanti alla quarta sezione monocratica del Tribunale di Catania, l’allora deputato regionale di Italia Viva era stato citato in giudizio dalla Procura che gli contesta il reato elettorale. Secondo l’accusa, in veste di candidato alle elezioni regionali del 2017 avrebbe offerto a Calogero Lucio Brancato, presunto esponente del clan Laudani, anch’egli citato in giudizio, alcune utilità in cambio del proprio voto e di quello dei suoi familiari. In entrambi i processi il deputato regionale è assistito dall’avvocato Carmelo Peluso. Luca Sammartino in passato era stato indagato nell’ambito di un’inchiesta sulla presunta regolarità del voto espresso da persone anziane di una casa di cura della provincia etnea, ma la sua posizione era stata successivamente archiviata.

INTERROGATORIO PER SEI INDAGATI. Intanto è previsto per oggi l’interrogatorio del gip Carla Aurora Valenti nei confronti delle altre sei persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta Pandora. I primi a essere interrogati dal gip saranno il sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per scambio elettorale politico-mafioso assieme a Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe “adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione” del primo cittadino. Saranno sentiti i quattro indagati arrestati e posti ai domiciliari: Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l’architetto Puccio Monaco, all’epoca dei fatti consulente a titolo gratuito del sindaco, l’ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021.

RANDO: “MAI FATTO VOTO DI SCAMBIO”. Si è dimesso dall’incarico, per “potermi difendere con maggiore serenità”, il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando. Lo ha detto lo stesso primo cittadino durante l’interrogatorio di garanzia, rendendo spontanee dichiarazioni, davanti al gip Carla Aurora Valenti alla presenza del suo legale, l’avvocato Tommaso Tamburino. Il prefetto di Catania lo ha sospeso ieri dall’incarico, assieme al consigliere comunale Mario Ronsisvalle, che è agli arresti domiciliari. Rando ha rigettato l’accusa di voto di scambio, sostenendo di “non averlo mai fatto” e si è detto “certo di poterlo dimostrare”. L’avvocato Tamburino, all’esito della decisione del gip, valuterà di ricorrere al Tribunale per il riesame.

AMMINISTRATORI SOSPESI DALL’INCARICO. Rando e Ronsisvalle sono stati infatti sospesi dell’incarico di amministratori dal prefetto di Catania. Secondo la Procura di Catania i “funzionari corrotti avrebbero ricevuto denaro e altre varie utilità, quasi sempre grazie alla costante e “professionale” attività di intermediazione dell’ingegnere Paolo Di Loreto, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici”. Tra i destinatari della misura cautelare, eseguita dai carabinieri nell’ambito dell’operazione Pandora, ci sono anche “quattro imprenditori, uno dei quali deceduto per cause naturali, che avrebbero beneficiato, in cambio di denaro e altre utilità elargite illecitamente ai pubblici ufficiali, della concessione di permessi comunali e assegnazioni di lavori pubblici, e anche solo promesse, come nel caso dell’appalto relativo alla ristrutturazione della locale caserma dei carabinieri, poi mai verificatosi”.

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