Nelle case acqua della mafia, summit domenicali nel bar

Con acquedotto abusivo clan riforniva tanti residenti di Carini: 5 arresti I NOMI

CARINI (PALERMO) – Alle prime luci dell’alba i carabinieri hanno arrestato 5 persone (4 finiranno in carcere e una ai domiciliari con il braccialetto elettronico) accusate di essere al vertice della famiglia mafiosa di Carini. Dopo lunghi periodi di detenzione i pregiudicati erano tornati nelle fila dello storico clan inserito nel mandamento di Tommaso Natale/San Lorenzo, accanto a giovani e ambiziosi associati.

Le indagini nel settembre 2022 avevano già portato all’arresto di tre persone per scambio elettorale politico-mafioso (operazione “Feudo”). Ora sono stati delineati gli assetti interni della famiglia e individuate le presunte responsabilità per alcune estorsioni commesse nell’ambito delle mediazioni immobiliari attraverso le cosiddette sensalerie. I vertici dell’associazione mafiosa avrebbero anche gestito una condotta idrica abusiva mediante la quale, dietro pagamento, fornivano acqua per uso civile a una consistente fetta della locale popolazione, che non aveva altre possibilità di approvvigionamento.

L’operazione restituisce un quadro preoccupante, ovvero quello di una Cosa nostra affatto rassegnata a soccombere, che mantiene ancora una piena operatività e che aspira a ritornare potente, riacquistando la capacità militare del passato, soprattutto attraverso il continuo richiamo alle proprie regole fondanti. Per i summit avevano scelto il Johnny Walker, noto locale a Carini. Era lì che tutte le domeniche, dalle nove e mezza a mezzogiorno, si riuniva il cosiddetto comitato, l’organismo di vertice della cosca di Carini.

I mafiosi che partecipavano alle riunioni erano molto prudenti. “Tutte le domeniche dalle nove e mezza a mezzogiorno, tutte le domeniche c’è tutto il comitato al Johnny Walker, al bar, tutte le domeniche, sono tutti là… là si mettono là a parlare no…, come se nulla fosse”, raccontava un mafioso intercettato. Ma, spiega, gli incontri importanti organizzati per parlare di affari si svolgevano in luoghi lontani e isolati. “No lui che parla là! – spiegava l’uomo d’onore – tu ci puoi dire semplicemente ti dovrei parlare me lo puoi dare, concedere un appuntamento.. e lui dice: ‘vediamoci a tale parte, a tale giorno'”.

L’inchiesta ha confermato il ruolo di vertice di Pipitone. Il posto l’hanno preso i figli, “si misero sopra u cavaddu”, diceva un mafioso intercettato riferendosi a Pipitone e al fratello Francesco. Evidente poi il timore degli indagati di essere arrestati, specie dopo il blitz dei mesi scorsi in cui erano finiti in cella altri affiliati. “Ora incominciano con qua perché ci saranno le fotografie. Questi non mi devono far dormire, ma io alle 4 mi sveglio e me ne vado”, diceva Salvatore Vallelunga che progettava la fuga col padre Vincenzo (anche lui arrestato), da poco uscito di galera e tornato a pieno regime nella cosca.

Il carcere è stato disposto per Salvatore Abbate, di 55 anni; Giuseppe Passalacqua, 49 anni; John Pipitone, 42 anni e Salvatore Vallelunga, 43 anni. Ai domiciliari con il braccialetto elettronico Vincenzo Vallelunga, 74 anni. Gli indagati sono tutti di Carini.

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