Uno dei Laudani sorpreso a costruire villa abusiva

Scatta il sequestro ad Aci Bonaccorsi: VIDEO

ACI BONACCORSI (CATANIA) – I carabinieri di Acireale, col supporto del 12° Reggimento Sicilia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno effettuato una serie di controlli a cantieri edili ad Aci Bonaccorsi. In una traversa di via Barbagallo, in un’area residenziale non lontana dal centro del paese, i militari hanno scoperto una villetta, la cui costruzione, quasi ultimata, è risultata completamente abusiva. All’interno dell’area, di proprietà di un avvocato, c’erano due immobili di circa 60 mq ciascuno, ben rifiniti, anche con muratura in pietra lavica, la stessa utilizzata per il muro a secco di cinta. I militari, avviati tutti gli accertamenti, hanno scoperto come il cantiere, con 3 operai in nero, fosse gestito da un noto pregiudicato mafioso locale, sorpreso, proprio sul cantiere, in possesso di tutte le chiavi d’accesso della villa.

L’uomo, già arrestato in passato dai carabinieri, poiché ritenuto uno degli esponenti di spicco del clan Laudani, aveva anche subito in passato il sequestro di diversi immobili, per un valore di circa 2 milioni di euro. Controllando tutti i documenti connessi agli interventi edilizi per la realizzazione dell’immobile, i carabinieri hanno rilevato anche la totale assenza di titolo per costruire, oltre che la mancanza dei nulla osta del genio civile e quello paesaggistico. Così, i militari hanno posto sotto sequestro l’intera area, comprensiva di villa, giardino, mezzi e strumenti di lavoro lì presenti, mentre il capo cantiere è stato denunciato per la violazione della normativa per la sicurezza sul lavoro e della legislazione sociale, e sanzionato per l’impiego dei lavoratori in nero, con la conseguente sospensione dell’attività. Durante l’ispezione, i carabinieri si sono poi accorti che sul terreno limitrofo, altri operai erano intenti a costruire un muro di cinta, senza le idonee misure di sicurezza. Per questo motivo, anche il loro datore di lavoro è stato denunciato. Ammontano a circa 60.000 euro le sanzioni complessivamente comminate.

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