Saguto, in Cassazione cadono alcune accuse

Servirà un nuovo processo per la giudice di Palermo

PALERMO – Reggono solo in parte in Cassazione le accuse contro l’ex presidente della sezione misure di prevenzione di Palermo Silvana Saguto sotto processo per corruzione, falso e abuso d’ufficio. Alcuni capi di imputazione contestati alla giudice hanno retto, per altri la Corte ha disposto un annullamento senza rinvio, per altri ancora un annullamento con rinvio alla Corte d’appello di Caltanissetta che dovrà rideterminare la pena. In secondo grado la magistrata aveva avuto 8 anni e 10 mesi. La pena sarà certamente ridotta nel nuovo processo d’appello dopo il verdetto di oggi.

Alla luce del verdetto, che comporta un giudizio d’appello bis, la giudice dunque non rischia per ora il carcere. Il processo nasce da una indagine sulla cattiva gestione, da parte della sezione del tribunale diretta da Saguto, dei beni confiscati e sequestrati alla mafia. Secondo l’accusa la magistrata, in cambio di regali e favori, per sé e familiari, aveva assegnato ai soli professionisti del suo cerchio magico amministrazioni giudiziarie milionarie dei beni sottratti ai clan.

La Cassazione, con un dispositivo molto complesso, ha annullato senza rinvio le condanne inflitte alla Saguto per i reati di peculato, riqualificato in truffa aggravata, tentata concussione, riqualificata in induzione indebita e falso. Stessa decisione, a vario titolo, è stata presa, tra gli altri, per Gaetano Cappellano Seminara, uno degli amministratori giudiziari che, secondo l’accusa, sarebbero stati favoriti e condannato in secondo grado a 7 anni e 7 mesi, per il marito e il figlio dell’imputata, Lorenzo ed Emanuele Caramma, per altri amministratori giudiziari come Nicola Santangelo, Carmelo Provenzano e Roberto Di Maria, per l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo.

L’annullamento rende per tutti necessario un nuovo processo d’appello per il ricalcolo della pena. Reggono, invece, alcuni episodi di corruzione come quello che vedeva Saguto imputata in concorso con Cappellano Seminara e Provenzano. “Secondo il mio stile professionale non commento la sentenza della Cassazione, come non ho commentato quelle degli altri due gradi di giudizio”, ha detto il legale della giudice Ninni Reina.

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