Roghi a Palermo, evacuato campus universitario

Incendi e paura nella provincia. Brucia ancora Bellolampo FOTO

Sicilia del nord divorata dal fuoco. Come aveva previsto la protezione civile regionale, diramando un’allerta rossa per rischio incendi e ondate di calore valido per oggi tra Palermo, Messina e Trapani, si sono create condizioni drammatiche. Nel capoluogo vistose fiamme si sono sviluppate in viale Regione siciliana, lungo la circonvallazione, sia nello spartitraffico sia nelle corsie laterali. “Siamo scesi di corsa – dice un residente – a spostare le auto parcheggiate che rischiavano di prendere fuoco. Nella zona di Falsomiele e Bonagia è tutto bloccato, non si vede nulla. L’aria è irrespirabile. Sia nella zona dello spartitraffico che nelle corsie laterali non c’è stata mai una vera manutenzione. Ci sono sterpaglie ovunque che sono andate in fiamme alimentate dal vento di scirocco. In queste condizioni basta una cicca di sigaretta per innescare l’incendio”.

Sempre a Palermo è stato evacuato l’edificio 18 del campus universitario, in viale delle Scienze, al confine con via Ernesto Basile interessata da incendi già da ore. Le fiamme si sarebbero avvicinate all’edificio che ospita le facoltà di Chimica e fisica ed è stato dato l’ordine a studenti e professori di abbandonare immediatamente il luogo.

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Brucia di nuovo la discarica Bellolampo a Palermo. Ancora fiamme, dopo quelle di fine luglio. Una colonna di fumo nero si è alzata sulla città, visibile nei quartieri vicini all’impianto dove vengono portati i rifiuti. Dalla Rap, fanno sapere che “si tratta di un principio di incendio, accanto all’impianto di trattamento meccanico biologico, in una parte della discarica non funzionante e le fiamme sono circoscritte. Sono andate a fuoco delle ramaglie che erano coperte in attesa di essere triturate”. L’azienda è intervenuta con i propri addetti e con i propri mezzi destinati alle procedure antincendio.

Molta paura la scorsa notte a Palermo per fiamme nella zona di Brancaccio, tra le vie Fichidindia e San Ciro, che hanno costretto diversi residenti a uscire per strada, mentre qualcuno è fuggito sui tetti. Come successo lo scorso luglio anche stavolta il fuoco ha minacciato le case. Due mesi fa aveva colpito una chiesa e le case di Borgo Nuovo.

Per i vigili del fuoco è stata una lunga notte di lavoro. Dalle 20 di ieri fino alle prime luci di oggi sono stati più di 40 gli interventi per incendi di vegetazione e sterpaglie che hanno interessato il territorio provinciale. Tutti gli uomini e mezzi sono stati impegnati per fronteggiare l’emergenza dettata dalle elevate temperature e dai venti di scirocco. Un incendio si è sviluppato a Gibilrossa, frazione di Misilmeri, dove le fiamme hanno avvolto le ville sul costone roccioso: i soccorritori in qualche modo sono riusciti a limitare i danni. Un  altro rogo è scoppiato sulla linea ferroviaria tra Cinisi e Partinico nei pressi di Montelepre, i pompieri hanno messo in salvo tre persone la cui casa è stata l’ambita dalle fiamme. A Lercara Friddi sono andati in fumo lungo la statale cinque ettari di vegetazione.

“Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. Tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia”, dice il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, che ha espresso vicinanza agli abitanti di Gratteri, dove un rogo ha devastato il territorio e minacciato il borgo. “Sono vicino alla comunità di Gratteri per l’ingente danno ambientale subito – ha detto il vescovo -, ormai il fenomeno degli incendi è diventato insopportabile”. Le scuole del paese sono state chiuse.

Da ieri sera anche a Messina tutte le squadre dei vigili del fuoco si sono mosse per spegnere i grossi incendi. Dato il numero degli interventi sono stati coinvolti pure i volontari. Le squadre hanno operato a Barcellona Pozzo di Gotto, a Fondachelli Fantina, a Sant’Agata di Militello, a Militello Rosmarino, a Patti, a Sinatra, a Mistretta e a Tusa. Nel Trapanese dalle prime ore di oggi sono 17 gli interventi di spegnimento. A Castellammare del Golfo la situazione più critica. Ieri tutte le squadre sono state impegnate dalle prime ore dell’alba e fino a sera per 39 operazioni.

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