Catania

Sciopero giornalisti La Sicilia: le note dell'editore e del cdr

“Prendiamo atto della nota del sindacato riguardante l’attuale situazione dei giornalisti del quotidiano La Sicilia e il loro sciopero nella giornata di sabato a causa dei ritardi nel pagamento degli stipendi di maggio e giugno”. Lo afferma, in una nota, la Domenico Sanfilippo Editore Società per Azioni, sottolineando che “l’attuale situazione finanziaria dovuta alla continua crisi dell’editoria impone a tutto il settore – e quindi anche alla Dse – di operare necessari cambiamenti affinché si possano mantenere tutti gli impegni presi con i lavoratori”. “Riteniamo fondamentale – aggiunge la Dse – proseguire sulla strada del dialogo fra le parti al fine di discutere in modo concreto e approfondito della situazione attuale e delle prospettive future tenendo presente che non è più sostenibile il peso di ulteriori pesanti risultati economici negativi ai quali la società che edita La Sicilia ha sempre fatto fronte apportando i capitali necessari. Un confronto costruttivo è indispensabile per trovare soluzioni reali e durature a questa vertenza evitando altri ritardi e assicurare la qualità e l’integrità dell’informazione che il quotidiano La Sicilia offre da sempre ai suoi lettori”. “Inoltre – prosegue la nota – sottolineiamo la nostra massima attenzione all’importanza di sviluppare un nuovo piano editoriale ancora più moderno, in linea con le esigenze dei nostri lettori, che discenda da un chiaro piano industriale che delinei progetti concreti e assegni risorse sufficienti e sostenibili per il futuro della testata. Questo permetterà di rassicurare i giornalisti, i poligrafici e i collaboratori, il cui lavoro è prezioso, sulle prospettive della loro occupazione e del loro impegno, garantendo una presenza stabile e sostenibile del giornale”. La Dse “ringrazia i vertici sindacali” che, osserva la società, “ci hanno dimostrato la volontà di incontrarsi e partecipare al confronto con l’obiettivo di raggiungere un accordo soddisfacente per tutte le parti coinvolte e siamo pienamente disponibili a organizzare un incontro per discutere di questa importante questione e trovare soluzioni concrete”. “La libertà di stampa e il lavoro dei giornalisti – chiosa la Dse – sono fondamentali per una società democratica e crediamo nell’impegno di Assostampa a tutela dei diritti dei lavoratori e della qualità dell’informazione giornalistica”.

“Una decisione sofferta, assunta dalla redazione dopo avere preso atto – per l’ennesima volta – che l’editore e coloro i quali in questi anni, dopo i tempi delle vacche grasse, ne hanno ispirato le mosse, ritengono che il corpo redazionale possa campare d’aria, ovvero possa produrre instancabilmente senza avere riconosciuti i propri sforzi con quello che altrove rappresenta la normalità: lo stipendio. Uno stipendio pagato per tempo, magari per intero e senza le continue trattative che hanno umiliato la redazione e l’organismo che la rappresenta sindacalmente, costretto a pietire il puntuale pagamento di emolumenti mai versati con puntualità”. Così il Comitato di redazione de La Sicilia, in una nota, “spiega i motivi per cui oggi, con rammarico, il giornale non è andato in edicola”. “A nulla – aggiunge il Cdr – sono valsi nove anni di promesse e rassicurazioni, finalizzati a ottenere sacrifici da parte di una redazione che ha visto fuoriuscire fior di giornalisti per prepensionamenti (otto appena pochi mesi fa, ai quali si aggiungono due esodi volontari) e che ha visto progressivamente assottigliarsi il proprio parco collaboratori (in molti andati via perché non pagati da oltre un anno). Parliamo di sacrifici economici, innanzitutto, visto che da nove anni, fra Cassa integrazione e solidarietà, gli stipendi dei giornalisti sono puntualmente tagliati con percentuali comprese fra il 20 e il 40%. Ma anche di sacrifici professionali, dato che proprio le robuste fuoriuscite di professionisti – che sembrano non bastare mai all’azienda – hanno determinato un aumento dei carichi di lavoro per tutta la redazione”. “E’ vero, la crisi della carta stampata esiste ed è cosa nota, ma – osserva il Cdr – in quello che la proprietà ricorda essere il primo quotidiano dell’isola – La Sicilia – sembra che la crisi sia legata esclusivamente agli emolumenti spettanti ai giornalisti, ai poligrafici, agli amministrativi. Ai quali vengono proposti tagli su tagli, che stanno progressivamente impoverendo un prodotto che ora rischia di perdere definitivamente il proprio appeal e di deludere le aspettative dei lettori. La redazione non vuole tutto questo, ma i tagli all’organico e contemporaneamente alla forza lavoro sembrano avere tracciato una strada molto pericolosa da cui pare impossibile, continuando a percorrerla, tornare indietro”. “Eppure i tagli – sottolinea il Cdr – sembrano essere la parola d’ordine. Da gennaio i giornalisti si vedono decurtati il proprio stipendio del 20%. Da gennaio gli stipendi sono pagati con ritardi tanto imbarazzanti quanto offensivi. Appena un mese fa la proprietà ha rilanciato: il 20% per mantenere i conti in ordine non basta più, serve il 40. Dopo una dolorosa trattativa si è trovato un punto di caduta al 34%, ma a patto che venissero pagati – a metà giugno inoltrata – gli stipendi di aprile e maggio. Mario Ciancio Sanfilippo ha sottoscritto l’accordo che prevedeva il pagamento di aprile in pochi giorni e quello di maggio al 30 giugno. Ebbene – rileva il Cdr – aprile è stato pagato ma su maggio non vi è, a metà luglio, alcuna certezza. Con la beffa che la scorsa settimana, attraverso interlocutori sempre nuovi, era stato detto al Cdr che venerdì 14 luglio si sarebbero comunicate le date del pagamento degli emolumenti già maturati e, lo ribadiamo, decurtati. Niente di tutto questo. Venerdì 14 ci è stato riferito che non potevano essere date certezze e che, piuttosto, sarebbe stato addirittura opportuno cominciare a programmare nuovi tagli per il 2024”. “Riteniamo scriteriato e ulteriormente offensivo questo comportamento – conclude la nota del Cdr – e per tali motivi abbiamo deciso di scioperare ieri, annunciando anche uno sciopero delle firme per la prossima settimana. Un’iniziativa a cui, se l’azienda non onorerà i propri impegni, faremo seguire ulteriori giorni di astensione dal lavoro”.

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