Caro-rifiuti in Sicilia, Messina la più cara

Tari salata nell'Isola. Inversione di tendenza a Caltanissetta: -26%

Il caro-bollette vale anche per i rifiuti con la cifra media della Tari che nel 2022 ha toccato 325 euro di media con un aumento del 3,7%. Negli ultimi 5 anni la Tari è aumentata mediamente del 7,7%. Sono i dati della consueta indagine realizzata dalla Uil che riportano come tra il 2021 e il 2022 sono 65 le città capoluogo di provincia che hanno aumentato la tassa. “In valori assoluti – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – le famiglie italiane hanno versato nel 2022 per la tariffa rifiuti 325 euro medi, a fronte dei 313 euro del 2021 e dei 301 euro versati nel 2018”.

Il costo maggiore si registra a Pisa con 519 euro medi l’anno a famiglia; a Brindisi si versano 518 euro; a Genova 489 euro; a Benevento 481 euro; a Messina 476 euro; Catania 475 euro; a Siracusa 472 euro; ad Agrigento 471 euro; a Taranto 459 euro e a Trapani 457 euro. Il campione utilizzato dallo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio del sindacato che ha elaborato i costi in 107 città capoluogo di provincia si riferisce a una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 mq e reddito Isee di 25 mila euro.

Tra le città meno costose Belluno con 169 euro l’anno a famiglia; a Novara 174 euro; ad Ascoli Piceno 181 euro; a Macerata 182 euro; a Pordenone 186 euro; a Brescia 187 euro; a Trento 189 euro; a Firenze 194 euro; a Vercelli 197 euro e a Udine 204 euro. Per quanto riguarda le città metropolitane, la tassa sui rifiuti pesa per 489 euro all’anno a famiglia a Genova; a Messina per 476 euro; a Catania per 475 euro; a Reggio Calabria per 453 euro; a Napoli per 442 euro; a Bari per 401 euro; a Cagliari per 395 euro; a Milano per 338 euro; a Venezia e a Palermo per 332 euro; a Torino per 331 euro; a Roma per 314 euro; a Bologna per 228 euro e a Firenze per 194 euro.

Per quanto riguarda gli aumenti rilevanti, secondo lo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della Uil, tra il 2021 e il 2022 a Potenza si registra un aumento pari all’85,9%; a Fermo del 57,3%; a Cosenza del 42,2%; a Taranto del 29,9%. A Caltanissetta, tra il 2021 e il 2022, invece, si registra una diminuzione della tassa pari al 26,7%; a Firenze del 20,2%; a Crotone del 17,2%; a Siena del 15,3% e ad Alessandria del 9,2%.

Nel presentare la sua indagine il sindacato sottolinea come anche le tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani pesino sul bilancio delle famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno, dal momento che tra le prime dieci città dove la Tari è più alta, otto sono ubicate in quest’area del Paese. “Rimane intatto – commenta Ivana Veronese – il tema dell’efficienza e dell’efficacia del servizio che ha bisogno di investimenti nelle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti. A tal fine – conclude la segretaria della Uil – vanno accelerati gli investimenti del Pnrr e dei fondi della coesione europei e nazionali che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti”.

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