Campobello senza videosorveglianza dal 2013

Nel paese della latitanza del boss Messina Denaro servizio sospeso dopo contenzioso con Telecom

CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) – A Campobello di Mazara, paese dove, almeno negli ultimi anni di latitanza, ha vissuto il latitante Matteo Messina Denaro, dal 2013 il Comune è sprovvisto di videosorveglianza. Il dato è stato confermato dal comandante della polizia municipale Giuliano Panierino. Il servizio affidato sino al 2013 alla Telecom, è stato sospeso dopo che la Commissione straordinaria (presidente Esther Mammano), insediatasi dopo lo scioglimento del Comune per mafia, ha interrotto il rapporto con Telecom. I commissari avrebbero rilevato anomalie nell’affidamento del servizio. “Avevamo 72 telecamere attive su tutto il territorio di Campobello e delle frazioni di Tre Fontane e Torretta Granitola, con una centrale di controllo presso gli uffici della polizia municipale – spiega Panierino – non appena è stato aperto il contenzioso, Telecom ha interrotto il servizio”.

Solo nel 2017, con una transazione tra Comune e Telecom, è stato chiuso il contenzioso col pagamento di 750 mila euro in 24 rate. “Per ripristinare il vecchio impianto abbiamo chiesto diversi preventivi – spiega il comandante Panierino – ma molte telecamere erano da sostituire”. Non si è fatto nulla e a oggi l’intero territorio comunale è sprovvisto di videosorveglianza comunale. “Con poche somme siamo riusciti a installare nuove telecamere attorno a due edifici comunali e in una villa”, dice ancora Panierino. Tre di queste telecamere il 14 e il 15 gennaio hanno ripreso il passaggio della Giulietta nera con a bordo il boss Matteo Messina Denaro quando ancora era latitante.

“Dal 2018 partecipiamo ai Patti per la sicurezza urbana ma i progetti di videosorveglianza non sono stati mai finanziati”, aggiunge il comandante della polizia municipale Panierino. Il Comune di Campobello di Mazara ha presentato 4 progetti: “In tre graduatorie il Comune è rimasto fuori tra quelli finanziati, dell’ultimo bando, invece, attendiamo ora la pubblicazione della graduatoria”, dice ancora Panierino. Sono cinque i parametri riconosciuti dai bandi del ministero dell’Interno per la compilazione della graduatoria: indice delittuosità provinciale, comunale, incidenza delittuosità, popolazione e percentuale di cofinanziamento.

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