Vaccini anti Covid in caduta libera

Gimbe: protezioni bassissime per anziani e fragili

Sono 12 milioni le persone che non hanno avuto la quarta dose del vaccino e sono “in caduta libera” le vaccinazioni anti-Covid negli anziani e nelle persone fragili. Lo indica la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente, relativo alla settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio. Anche “la somministrazione delle quarte dosi (secondo richiamo) è in caduta libera da mesi, ha tassi di copertura molto bassi in particolare nelle regioni del Sud e lascia scoperti 11,9 milioni di persone”, rileva il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.

Il monitoraggio indica che al 2 febbraio erano 6,77 milioni le persone di età superiore a 5 anni a non avere ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Di questi, 6,35 milioni sono attualmente vaccinabili, pari all’11% della platea (dal 7,3% della Provincia Autonoma di Trento al 14,4% della Provincia autonoma di Bolzano), 0,42 milioni sono temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,7% della platea (dallo 0,4% della Puglia all’1,5% del Friuli Venezia-Giulia).

Per quanto riguarda la terza dose, al 2 febbraio ne erano state somministrate 40.457.435, con un tasso di copertura dell’84,8% (dal 78,7% della Sicilia all’88,7% della Lombardia). Sono 7,25 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster di cui 5,85 milioni possono riceverla subito (pari al 12,3% della platea, dal 7,9% del Piemonte al 20,4% della Sicilia), 1,4 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni (2,9% della platea, dall’1% della Sicilia al 5,6% del Veneto). Per quanto riguarda la quarta dose, 11,9 milioni possono riceverlo subito, 1,3 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 febbraio ne erano state somministrate 5.898.882. Per la quinta dose, al 2 febbraio ne erano state somministrate 438.022.

Ancora in calo in Italia i casi di Covid, che diminuiscono in tutte le regioni tranne che nel Lazio, Liguria e Sicilia, sempre nella settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio. Rispetto alla settimana precedente i nuovi casi sono diminuiti del 9,9% (da 38.159 a 34.377) e quelli attualmente positivi sono calati del 9,5% (da 251.970 a 227.985); sono in calo del 9,5% anche le persone in isolamento domiciliare (da 247.684 a 224.094). I nuovi casi diminuiscono in tutte le regioni a eccezione di Lazio (+0,5%), Liguria (+5,4%) e Sicilia (+16,8%): dal -0,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al -39,2% dell’Abruzzo.

Si registra un aumento di contagi anche in 31 province si registra un aumento dei nuovi casi (dal +0,1% di Treviso al +101,1% di Trapani), mentre nelle restanti 76 si rileva una diminuzione (dal -0,5% di Genova al -69,5% di Chieti). In nessuna provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti. Il monitoraggio indica che il numero dei test (molecolari e antigenici rapidi) si è ridotto del 2,2% (da 608.732 della settimana 20-26 gennaio a 595.539 della settimana 27 gennaio-2 febbraio). In particolare, i tamponi rapidi sono aumentati dell’1% (+4.552), mentre quelli molecolari sono diminuiti del 12,7% (-17.745).

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