Sanremo da ‘brividi’: 62.4% di share

Debutto con Mattarella, Benigni e la libertà. Ferragni con abiti-manifesto e inno a donne. Blanco distrugge il palco

SANREMO – La presenza storica in platea del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’emozione di Gianni Morandi sulle note dell’inno di Mameli, la lettera d’amore di Roberto Benigni alla Costituzione, alla libertà e alla pace. Sanremo 2023 non poteva avere partenza più ecumenica: “E’ un privilegio dire benvenuti alla 73/a edizione del festival”, dice raggiante Amadeus, consapevole di aver messo in piedi una serata che resterà negli annali. E sono stati 10 milioni 757 mila, pari al 62.4% di share, i telespettatori che hanno seguito ieri su Rai1 la prima serata del festival di Sanremo 2023 (dalle 21.18 all’1.40). L’anno scorso la prima serata del festival era stata seguita in media da 10 milioni 911 mila spettatori pari al 54.7% di share.

A blindare il festival, spazzando via in qualche modo le polemiche delle ultime settimane sulla controversa vicenda dell’intervento del presidente ucraino Zelensky nella serata finale, è l’arrivo di Mattarella, primo capo dello Stato all’Ariston, accolto con la figlia Laura dalla standing ovation del pubblico. Una sorpresa assoluta, tenuta segreta fino all’ultimo dopo giorni di contatti con il Quirinale, e annunciata solo a poche ore dal via, da Amadeus in conferenza stampa. “Siamo molto felici per la presenza del presidente”, gongola l’ad Rai Carlo Fuortes, seduto in prima fila accanto alla presidente Marinella Soldi che avrebbe avuto conferma solo in mattinata dell’arrivo del capo dello Stato. L’occasione sono i 75 anni della Costituzione, e Morandi invita tutti a intonare con lui l’inno nazionale.

Poi la parola passa a Roberto Benigni. Scherza il premio Oscar, rivolto a Mattarella: “Presidente, Amadeus è al quarto mandato, bisogna fermarlo, è un colpo di Stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo”. Mattarella ride, applaude, si porta la mano sul cuore quando l’attore e regista rende omaggio, tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella. Poi cambia registro e celebra la Costituzione, “un’opera d’arte che canta la libertà e la dignità dell’uomo”, l’articolo 11 “bello come una poesia, l’Italia ripudia la guerra: se lo avessero adottato anche gli altri, non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra, nessuno Stato potrebbe invadere un altro Stato”. E l’articolo 21, “il pilastro di tutte le libertà “.

Ma a Sanremo è anche la serata di Chiara Ferragni, attesa al debutto in diretta tv, fuori della comfort zone di Instagram. Entra in scena con un abito manifesto, a corolla, nero, ispirato alla tradizione Dior, e completato dalla stola con il claim ‘Pensati libera’, da un’opera di Claire Fontaine. Un invito all’empowerment femminile che l’imprenditrice digitale poi esplicita nel naked dress color oro (“non sono nuda, è un disegno, il corpo di noi donne non deve mai generare odio o vergogna”) e soprattutto nel monologo, una lettera a Chiara bambina, un invito a tutte le donne a sconfiggere le insicurezze, a non sentirsi sbagliate, a non giudicarsi mamme imperfette se lavorano, a celebrare i propri successi: “Non sminuirti mai di fronte a nessuno”, dice emozionata Chiara. “Se nascondi il tuo corpo sei una suora, se lo mostri sei una troia, è sessismo normalizzato: tu sfidali e non aver mai paura delle conseguenze di quello che sei. Essere donna non è un limite: lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando anche in questo momento. Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, alla fine andrà tutto bene, sono fiera di te”.

Sul palco tocca ai primi 14 Big, Anna Oxa, gIANMARIA, Mr. Rain, Marco Mengoni, Ariete, Ultimo, Coma_Cose, Elodie, Leo Gassmann, Cugini di Campagna, Gianluca Grignani, Olly, Colla Zio, Mara Sattei. Tra i momenti più emozionanti della serata, l’esibizione dei Pooh, tornati insieme per il festival sei anni dopo l’addio del 2016 e dopo la scomparsa di Stefano D’Orazio: medley con Riccardo Fogli e Ariston in delirio, orchestrali compresi. Tutti commossi quando compare anche D’Orazio, su un sipario trasparente nelle immagini di repertorio della vittoria del 1990 proprio al festival con Uomini soli.

Dopo l’esibizione da ‘Brividi’ con Mahmmod, con cui l’anno scorso trionfarono al festival, Blanco è protagonista di un fuori programma: non sente l’audio in cuffia mentre canta il nuovo singolo ‘L’isola delle rose’, distrugge gli arredi floreali sul palco e il pubblico fischia. Amadeus prova a prendere il controllo della situazione, ma ammette: “Era dai tempi di Bugo e Morgan che non accadeva nulla del genere”. Mentre il pragmatico spazza, sullo schermo ecco apparire Fiorello: “Ama che stai facendo? Sbagli tutti i nomi – prende in giro il conduttore che ha confuso gIANMARIA con Sangiovanni e poi Blanco con Salmo -. Salmo si è buttato col microfono, sono 2.500 euro. E poi a Mattarella il festival non è piaciuto, dopo un quarto d’ora se n’è andato”.

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