Naufragio a Lampedusa, morta una bimba

Gruppo di migranti soccorso al largo dell'isola, tre sono ustionati

LAMPEDUSA – Un gruppo di 43 migranti originari di Costa d’Avorio, Guinea e Camerun sono stati soccorsi dalle motovedette Cp 319 e V1300 della guardia di finanza a 10 miglia dalla costa di Lampedusa dove ci sarebbe stato un naufragio. Una bambina di meno di un anno è morta dopo essere stata portata in gravissime condizioni al poliambulatorio dell’isola dove è giunta con sindrome da annegamento. La bambina era stata intubata direttamente dai medici della guardia costiera a bordo della motovedetta. I medici del Pte sono riusciti invece a rianimare, effettuando il massaggio cardiaco, un bambino che era sullo stesso barcone e, come tutti gli altri profughi, era finito in acqua ed era in gravi condizioni. 

I 43 migranti, tra loro ci sono anche 9 donne e 3 minori, sono stati tratti in salvo a circa 10 miglia a sud di Lampedusa. Non è chiaro, al momento, se i nordafricani siano stati trovati direttamente in acqua o se il barchino sul quale viaggiavano si sia ribaltato successivamente. A soccorrerli sono stati i militari della Capitaneria di porto. Non vi sarebbero dispersi, secondo quanto emerge al momento. I superstiti del naufragio hanno riferito di essere partiti alle 22 di ieri da Sfax, in Tunisia, e di aver pagato 2.500 dinari a testa per effettuare la traversata con la barca in ferro che è affondata in tarda mattinata. 

Sono stati portati al poliambulatorio di Lampedusa anche tre migranti con gravi ustioni, i medici li stanno sottoponendo a controlli e medicazioni. Altri presentano  sindrome da annegamento. Nessuno di loro dovrebbe essere in pericolo di vita. All’improvviso, l’isola è tornata in allarme e da molo Favarolo, così come dal poliambulatorio, è un continuo via vai di soccorritori e forze dell’ordine. Anche il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, che ha appena ricevuto sull’isola il vice premier Matteo Salvini, è in costante contatto con le forze dell’ordine e i medici del presidio ospedaliero.

“E’ una strage senza fine. Sono notizie che non soltanto rovinano le giornate, ma che devastano – ha detto detto il sindaco Mannino -. Perché si tratta di bambini. Non che non faccia impressione quando perdono la vita gli adulti, ma quando si tratta di bambini è veramente devastante. E’ straziante, da quando sono diventato sindaco non faccio altro che accogliere morti. E sono stati tantissimi, una decina almeno, i bambini”.

La Procura di Agrigento, con l’aggiunto Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato per il naufragio del barcone. I pm, attraverso la Guardia di finanza, acquisiranno le testimonianze dei superstiti per ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e per quali motivi il barcone di ferro è affondato.

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