“Anche uno tsunami di 50 cm può essere pericoloso”

Stromboli: la precisazione dell'Ingv. Continua l'eruzione: scuole chiuse

LIPARI (MESSINA) – Prosegue l’eruzione dello Stromboli, in corso da domenica scorsa, con un flusso lavico ben alimentato che, attraverso la Sciara del fuoco, raggiunge il mare. L’attività in corso genera inoltre una considerevole ricaduta di cenere sui centri abitati di Stromboli e Ginostra che, anche oggi, si sono risvegliati sotto una coltre nera. Nel corso delle ultime ventiquattro ore l’Ingv ha osservato delle fluttuazioni, con fasi durante le quali l’alimentazione alla bocca è apparsa più scarsa e altre durante le quali è aumentata e si sono osservate delle modeste esplosioni alla bocca eruttiva. Le esplosioni ai crateri sommitali sono rare.

Dalle immagini delle telecamere il fronte della colata che ha raggiunto la linea di costa nei giorni scorsi appare in raffreddamento. Dal punto di vista sismico, nel corso delle ultime 24 ore l’ampiezza media del tremore vulcanico non ha mostrato variazioni, mantenendosi sempre, fino a tuttora, nell’intervallo dei valori medi. Dalle reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo (Gnss e Tilt) non emergono variazioni significative dei dati rilevati. Visto il perdurare di tale situazione anche domani sull’isola resteranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado: per gli alunni della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) la dirigente scolastica ha disposto la Dad.

Intanto con una nota l’Ingv, a proposito dell’evento del 4 dicembre a Stromboli, chiarisce “uno tsunami (o maremoto) può essere grande o piccolo, come un terremoto, un temporale o un’eruzione vulcanica. Anche uno tsunami di pochi centimetri, se generato per una perturbazione del mare indotta da un terremoto, da una frana o da un’eruzione vulcanica, rimane uno tsunami. È noto peraltro che anche uno tsunami di ampiezza pari a 50 centimetri possa essere molto pericoloso, a causa della sua grande energia e della lunghezza d’onda, che lo fa essere simile a un torrente in piena. Tornando all’evento del 4 dicembre, a quanto si è capito finora osservando i dati delle telecamere e degli strumenti che hanno rilevato il fenomeno, lo tsunami è stato generato dall’impatto sulla superficie del mare di un flusso piroclastico piuttosto intenso, analogo a quello avvenuto all’inizio di ottobre ma più intenso. In questo caso, diversamente dal 9 ottobre, la soglia di attivazione è stata superata, i dati sono stati trasmessi al sistema di allerta del Dipartimento di protezione civile che subito dopo l’identificazione del maremoto ha diramato l’allerta, facendo suonare le sirene. Infatti, i sensori di pressione ubicati al di sotto delle due mede elastiche che fanno da sentinelle alla Sciara del fuoco hanno rilevato un’anomalia del livello del mare di circa 1,5 metri picco-picco”.

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