“Per i catanesi niente tredicesima”

Cisl: 'Nella capitale dell'inflazione il caro bollette farà un effetto simile'

CATANIA – “A Catania, definita ‘capitale italiana dell’inflazione’, il rincaro annuo per una famiglia media supera i 1.900 euro: è come se lavoratrici e lavoratori dipendenti non ricevessero la tredicesima. Ma è ancora peggio per pensionati al minimo, famiglie monoreddito e disoccupati”. Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, lancia così la manifestazione regionale di venerdì prossimo a Palermo, “Ridiamo luce alla Sicilia”, contro il caro energia.

“La forte accelerazione che hanno subito i prezzi al consumo – dice Attanasio – si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%) e, in misura minore, ai prezzi dei beni alimentari (da +11,4% a +13,1%). Purtroppo, in tutto questo, abbiamo il fondato timore che si siano innescati anche meccanismi speculativi che nulla hanno a che fare con un temporaneo aumento dell’energia. Assieme al pane, ad esempio, tanti altri beni di largo consumo senza alcuna motivazione di filiera hanno avuto dei rincari del 35%. C’è da chiedersi se quando il governo interverrà con misure a sostegno di produttori e aziende, i prezzi torneranno a essere quelli antecedenti a questi rincari. Con queste condizioni, straordinariamente negative, se prima le retribuzioni e le pensioni non erano sufficienti a garantire un adeguato potere d’acquisto, oggi non riescono minimamente a tenere il passo, creando nuove sacche di povertà marginali e aumentando il distanziamento tra le fasce sociali”.

Secondo il numero uno della Cisl etnea, “per la nostra provincia è importante dare subito corso a misure di sostegno a imprese e famiglie, lavoratori e pensionati. Rispondere a un sempre più crescente disagio sociale nel nostro territorio, certamente acuito da un insostenibile caro vita, attraverso politiche di sistema che puntino a una più approfondita vigilanza sulla massa salariale spettante ai lavoratori, secondo la reale applicazione dei contratti collettivi e dei bonus riconosciuti dallo Stato, e, al contempo, un modello innovativo di welfare pubblico che si intersechi con quello aziendale, anche mediante i sistemi della bilateralità”.

scroll to top