Uccise lo zio, disposti i domiciliari

di N. Bruno. Lite degenerata a Palagonia: l'avvocato del 23enne ha puntato sulla legittima difesa

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per Vincenzo Buscemi, il ventitreenne che giovedì scorso ha ucciso con due colpi di pistola calibro 7.65 in contrada Vanghella a Palagonia lo zio Giuseppe di 43 anni. Lo ha deciso il gip del tribunale di Caltagirone Giuseppe Tigano al termine dell’udienza di convalida: il giudice oltre a convalidare l’arresto, ha emesso ordinanza di custodia cautelare con il beneficio degli arresti domiciliari. Argomentata è stata la difesa dell’avvocato Vincenza Pirracchio, legale del giovane: il legale ha puntato sulla legittima difesa durante la lite degenerata alla notizia della condanna della vittima per atti persecutori nei confronti della ex moglie.

Fuori di sé Giuseppe Buscemi ha estratto una pistola che ha perso durante la colluttazione con il nipote, quest’ultimo atterrito dal fatto che la lite era avvenuta alla presenza della moglie incinta e del figlio di 4 anni, oltre al padre e alla madre. L’avvocato Pirracchio nel corso dell’udienza ha prodotto degli atti che dimostrerebbero il fatto che la vittima era un violento e che spesso faceva uso di alcol e di droga. Tra questi un particolare di non poco conto: nel novembre del 2005 sotto l’effetto di alcol, l’uomo aveva rubato una motopala con la quale aveva tentato di distruggere l’abitazione del fratello, padre di Vincenzo. Sotto le macerie miracolosamente rimase illesa la moglie del fratello salvata dai medici del 118 e finita in ospedale.

E poi la gelosia: Giuseppe era un uomo ossessionatamente geloso dell’ex moglie che pedinava e costringeva a casa. Aveva riempito la sua abitazione di telecamere che controllava minuziosamente e aveva bloccato le finestre con dei chiodi affinché lei non potesse uscire. L’aveva perseguitata anche dopo la separazione e recentemente era stato condannato a due anni e due mesi. La notizia della nuova bega giudiziaria giovedì sera l’ha mandato in escandescenza. La colluttazione e la perdita dell’arma che il nipote Vincenzo ha raccolto e utilizzato per ucciderlo. “Adesso ci limitiamo a essere fiduciosi, il gip ha concesso i domiciliari – è stato il commento dell’avvocato Pirracchio – per la legittima difesa, secondo il gip saranno necessari ulteriori elementi. Vedremo… Ma non ci arrendiamo”.

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