Ucciso alla Zisa, si indaga su mafia e droga

Palermo. Freddato mentre era in bici, si sgonfia ipotesi di lite dopo incidente

PALERMO – In una Palermo fiaccata da una morsa di caldo umido alcuni colpi di pistola calibro 22 sono risuonati stamattina in via Imperatrice Costanza dove Giuseppe Incontrera, 45enne che era in bicicletta, ha incontrato qualcuno, poi è stato inseguito e ferito con proiettili alla spalla e al torace. La corsa in ospedale non è servita: l’uomo è morto mentre alcune decine di persone tra familiari e parenti si aggiravano minacciose davanti al pronto soccorso del Civico: sono intervenuti i poliziotti.

Si torna a sparare in città dove l’ultimo omicidio a colpi di pistola è avvenuto nel marzo scorso quando un giovane ha ucciso il padre di quella che considerava la sua fidanzata perché, ha detto l’assassino, si opponeva ala relazione. Mentre nel maggio 2021 l’ultimo delitto nel mondo mafioso quando i fratelli Matteo e Domenico Romano e il figlio del secondo, Giovanni Battista, uccisero Emanuele Burgio, alla Vucciria. Burgio è figlio di un mafioso e i Romano sostengono che l’astio con lui nasceva da un piccolo incidente stradale. Versione non credibile considerata la caratura criminale sia loro che del padre di Burgio.

Anche per Incontrera la prima momentanea ipotesi investigativa ha preso in considerazione che il delitto sia avvenuto dopo una lite causata da un incidente stradale sia per alcune testimonianze e perché sul luogo dell’omicidio è stata trovata un’auto col parabrezza lesionato. I carabinieri però ora valutano la pista di un regolamento di conti nel mondo criminale mafioso, forse per affari di droga.

L’inchiesta sul delitto è passata alla direzione distrettuale antimafia. La vittima è stata inseguita e sono stati sparati più colpi anche se di un calibro che non viene usato nei delitti di Cosa nostra soprattutto quelli decisi dai boss. L’ipotesi è che Incontrera sia stato ucciso durante un incontro per chiarire affari criminali. A ucciderlo è stata una sola persona e questo potrebbe anche far ipotizzare che sia stato un delitto d’impeto durante una discussione. Gli investigatori stanno anche valutando se la vittima avesse avuto un ruolo all’interno del mandamento mafioso di Porta Nuova, magari di esattore del pizzo.

I carabinieri hanno chiesto le registrazioni delle videocamere della zona. La vittima era stata arrestata più volte per spaccio di hashish, cocaina e eroina, per violazione della sorveglianza speciale, ma anche per rapine. Avrebbe fatto parte di una banda specializzata in colpi a istituti di credito del Nord Italia nei primi anni 2000. Armati di tagliabalsa i rapinatori entravano con uno stratagemma in banca e chiudevano impiegati e clienti nel bagno per fuggire coi soldi.

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