Nel palazzo della mafia un rifugio per i senza tetto

Librino: anche i custodi sono homeless e c'è posto pure per i cani

CATANIA – Una sfida sociale e culturale, oltre il concetto di dormitorio pubblico, con posti letto, servizi e assistenza personale ai senza tetto, in un immobile confiscato alla mafia e restituito alla collettività. In via Federico Delpino 10, nel rione catanese di Librino, è sorta “La Meta”, struttura di accoglienza con un nome scelto per narrare i percorsi di inclusione, integrazione e autonomia per le persone ospitate.

Il bene confiscato è stato rigenerato dal Comune con finanziamenti del Fondo di aiuti agli indigenti-Pon Inclusione. Venticinque saranno i posti letto tra via Delpino e via La Marmora, struttura già operativa a Catania. Nel nuovo complesso sociale ci sono già i kit igienici donati dall’Unità di Strada, progetto Radici, e le cucce per i cani delle persone senza tetto, rese disponibili dall’Enpa di Catania.

Il trasporto dei senza tetto avverrà a cura dagli stessi operatori del servizio comunale dell’Unità di Strada. “Una giornata preziosa, quella che stiamo vivendo – dice Michele Cristaldi, assessore ai Beni confiscati -. Legalità, ma anche storie che sanno già di riscatto. Come quella dei custodi della nuova struttura: senza tetto in cerca di un riparo di fortuna, ora chiamati a prendersi cura della struttura di via Delpino, grazie al percorso di inclusione sociale e lavorativa che la cooperativa Mosaico Centro di Prossimità di Èbbene, ha costruito per loro nei mesi scorsi”.

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