Chi non pagava la droga finiva con le stampelle

Spaccio e violenza: 10 misure nel Messinese. Gli indagati si servivano di figli e genitori

MESSINA – Droga e violenza. Dieci persone sono state sottoposte a misure cautelari in provincia di Messina. Le accuse sono di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, furti aggravati, detenzione di armi e tentativi di estorsione. Uno è finito in carcere, 5 agli arresti domiciliari, per quattro è stato disposto l’obbligo di dimora.

La rete criminale vendeva droga anche a clienti assai giovani, in massima parte studenti. L’approvvigionamento costante di hashish, marijuana e cocaina arrivava attraverso contatti con esponenti della criminalità barcellonese, palermitana e catanese. Lo smercio avveniva nelle principali piazze di spaccio dell’area nebroidea, a S. Agata di Militello, Patti, Capo d’Orlando, Brolo e Naso.

Sono stati accertati circa cinquanta distinti episodi di detenzione e cessione di stupefacente. L’organizzazione alimentava la sua attività illecita attraverso numerosi e ben congegnati furti, sempre perpetrati in orario notturno e prevalentemente in danno di imprenditori locali, i quali erano soliti custodire nelle aree di cantiere i propri mezzi; da tali macchinari venivano sistematicamente sottratti importanti componenti e notevoli quantità di carburante, con gravi conseguenze per il regolare svolgimento delle attività imprenditoriali.

In certe occasioni nell’esecuzione dei furti i ladri non hanno esitato a portare con sé i figli minori oppure un anziano genitore, per non destare sospetti ed evitare possibili controlli di polizia. Inoltre gli indagati erano spesso dediti all’utilizzo della violenza, esercitata non solo per affermare la propria supremazia “commerciale” sul territorio, ma anche per riscuotere i soldi dagli acquirenti inadempienti. In due diverse occasioni, infatti, per un preteso credito di circa un migliaio di euro, due giovani sono stati picchiati brutalmente, anche mediante colpi di bastone, tanto da dover poi ricorrere alle stampelle. Gli indagati peraltro disponevano di armi da fuoco, fra cui diversi fucili, tutti nascosti in aperta compagna.

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