Spiragli su negoziati, ma convoglio avanza su Kiev

Si tratta la tregua, ma l'assedio continua. Nuovo attacco a Kharkiv

Il conflitto fra Mosca e Kiev cerca una tregua nei colloqui di frontiera sulle rive del fiume Pripyat, ma sul campo si continua a combattere e una lunga colonna di mezzi militari russi – blindati, tank, pezzi di artiglieria e veicoli logistici – lunga secondo le immagini satellitari più di 60 chilometri avanza verso la capitale ucraina, mentre la seconda città del Paese viene squassata da un nuovo violento attacco. Il presidente russo Putin ha dettato ieri le sue condizioni per far tacere le armi: neutralità di Kiev, stop alle armi dall’Occidente mentre l’adesione Nato resta “la linea rossa”, e il riconoscimento internazionale come territorio russo della Crimea, annessa nel 2014. L’Ucraina vuole entrare nell’Unione europea, e ha presentato richiesta di adesione facendo appello a una procedura speciale. Ma non trova un supporto compatto a Bruxelles.

Il nodo è che manca ancora il sì unanime dei Paesi membri. Oggi la plenaria dell’Europarlamento voterà intanto la risoluzione per far ottenere a Kiev lo status di candidato all’ingresso nell’Ue. Sul campo è ancora conflitto: il sindaco della capitale ucraina dice che sono sotto un attacco “non-stop” da parte dei russi, ma sottolinea che la città potrebbe resistere a lungo. E dopo una notte relativamente tranquilla risuonano le sirene dell’allarme bomba, mentre un seminterrato dell’ospedale si trasforma in un reparto pediatrico improvvisato, raccontato nelle immagini della Bbc, in cui si vedono i bambini, alcuni dei quali malati oncologici, sistemati con letti e attrezzature ospedaliere in uno spazio usato anche come rifugio.

Kharkiv, la seconda città del paese già teatro di pesanti bombardamenti nei giorni scorsi, si ritrova nuovamente sotto le bombe. La Bbc riferisce che secondo il comando operativo ucraino l’obiettivo del raid missilistico russo era la sede del governo regionale, perché l’obiettivo era uccidere il governatore e la squadra che con lui guida la difesa della città. La deflagrazione talmente potente da fare danni anche a palazzi lontani decine di metri dalla sede governativa. L’area deserta, i residenti erano stati allertati da sirene prima dell’attacco. Ma secondo il governo regionale la città ha retto. Intanto la Bielorussia fa sapere che non prenderà parte a operazioni di combattimento in Ucraina. Il presidente Lukashenko, a quanto riferisce la Tass citando l’agenzia bielorussa, ha detto che la Russia ha iniziato le operazioni in Ucraina perché non le era stata lasciata altra scelta. Minsk, ha aggiunto il leader bielorusso, è pronta a negoziare con chiunque al momento nell’interesse della pace nella regione. Da parte americana, invece, contatti con alleati e partner per continuare con una risposta unitaria dopo le condizioni dettate da Mosca nei primi colloqui con Kiev.

Si cerca di isolare la Russia, stringendo la morsa economica e prendendo seriamente l’allerta delle forze nucleari russe, studiando le opzioni sul tavolo. Per ora gli Usa non hanno rilevato movimenti specifici: i bombardieri non sono usciti dai loro hangar e non sono stati dotati di atomiche, né i sottomarini hanno lasciato i porti con armi nucleari. Washington cerca inoltre di ripristinare un collegamento diretto a livello di capi di Stato maggiore per evitare errori di calcolo fatali. E la Gran Bretagna promette con il suo il vicepremier, Dominic Raab, che “sia Vladimir Putin sia i comandanti militari di Mosca saranno chiamati a rispondere di qualsiasi violazione delle leggi di guerra”. Londra teme “attacchi ancor più barbari” di fronte alla resistenza ucraina, ma sottolinea che “affamare” la macchina da guerra russa con le sanzioni sta dando effetti. 

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