Evasione fiscale, assolto De Luca

Il sindaco di Messina era imputato nel processo Caf Fenapi: "Finisce calvario"

Il giudice monocratico, Simona Monforte, ha assolto perché il fatto non sussiste il sindaco di Messina, Cateno De Luca, imputato nel processo Caf Fenapi su una presunta evasione fiscale di un milione e 750 mila euro. La Procura aveva chiesto tre anni di reclusione. 

Oltre al sindaco De Luca sono stati assolti perché il fatto non sussiste anche Carmelo Satta, ex sindaco di Alì, Cristina e Floretana Triolo; l’ex sindaco di S. Teresa di Riva Antonino Bartolotta, Giuseppe Ciatto, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita e la srl Caf Fenapi. Le Triolo sono due collaboratrici di De Luca e lavorano alla Fenapi, Ciatto è un commercialista che fa le dichiarazioni fiscali del Caf Fenapi, Nicita è il vicepresidente del cda della Fenapi, Cassaniti la legale rappresentante del Caf Fenapi, Bartolotta è uno stretto collaboratore di De Luca e Vito è il responsabile dell’area fiscale del Caf Fenapi.

“Finisce il 18esimo calvario, per me era il 18esimo processo. Questa sentenza la dedico a tutti gli uomini e le donne della Fenapi che ingiustamente per dieci anni hanno subito processi penali perché considerati appartenenti a un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale: quest’ultimo processo ricordo a tutti portò al mio arresto e a quello del presidente della Fenapi”, ha commentato De Luca.

Per il primo cittadino di Messina “questo procedimento ha avuto una matrice politica per come già emerso e di conseguenza voglio ringraziare il giudice che ha avuto veramente la terzietà e la statura morale al cospetto di un provvedimento delicato che causò il mio arresto. Devo dire grazie ai messinesi che nonostante questo processo e il mio arresto mi hanno eletto sindaco. Sono stati i messinesi i primi che hanno creduto nella mia innocenza”.

“La legge Severino va rivista, il mio è un appello. Secondo questa norma io dovevo ritirami in buon ordine in attesa di chiudere le vicende giudiziarie: chi mi risarciva di dieci anni di vita? Spero che questa mia vicenda esemplare venga serva per rivedere una legge scellerata”, ha concluso il primo cittadino messinese.

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