Via le armi agli agenti di polizia non vaccinati

Il sindacato: "Norma anticostituzionale, rischiamo di perdere 50.000 persone"

ROMA – Il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale – che scatta domani – da parte delle forze di polizia determina la sospensione dal servizio del dipendente, cui non è dovuto alcun compenso ed a cui verranno temporaneamente ritirati tessera di riconoscimento, placca, arma in dotazione individuale e manette. Lo specifica una circolare firmata dal capo della polizia, Lamberto Giannini.

L’obbligo comprende il ciclo vaccinale primario e la successiva somministrazione del richiamo. Saranno i dirigenti apicali delle varie articolazioni centrali e periferiche a delegare le verifiche a dipendenti con qualifiche dirigenziali.

A partire da domani i responsabili delle strutture, indica la circolare, devono verificare immediatamente l’adempimento dell’obbligo vaccinale da parte dei dipendenti della polizia, acquisendo le informazioni necessarie. E tutto il personale, anche se assente per legittimi motivi, dovrà produrre la documentazione che attesta l’avvenuta vaccinazione. In caso di inadempienza i responsabili invitano l’interessato a produrre senza indugio, entro cinque giorni dalla ricezione dell’invito, la documentazione prevista. Si può anche presentare la richiesta di vaccinazione da eseguirsi non oltre 20 giorni dopo l’invito.

Nell’attesa il dipendente potrà continuare a prestare servizio con il green pass ‘base’, cioè anche a seguito di tampone. Senza questo documento sarà posto in assenza ingiustificata. L’accertamento del mancato rispetto dell’obbligo vaccinale determina la sospensione del dipendente “dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”. La sospensione decorre dalla notifica del provvedimento ed è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato dell’avvio o del completamento del ciclo vaccinale “e comunque non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021”.

Lo svolgimento dell’attività lavorativa senza il ‘super green pass’ è punita con una sanzione da 600 a 1.500 euro. L’inadempimento, da parte dei responsabili delle strutture, del dovere di assicurare il rispetto dell’obbligo vaccinale è punito con una sanzione tra 400 e 1.000 euro.

“Siamo molto preoccupati: manca il personale che produce sicurezza e mancano i dati certi del ministero sul numero di militari e poliziotti non vaccinati. Informazioni che sarebbe doveroso rendere pubbliche affinché ci sia trasparenza sullo ‘stato di salute’ della sicurezza nel nostro Paese”, dice il segretario generale del sindacato dei carabinieri Unarma, Antonio Nicolosi.

“Come sindacato – continua – abbiamo attivato i canali di tutela legale per i nostri iscritti, promuovendo il ricorso contro una normativa fortemente discriminatoria e anticostituzionale. I nostri dati, raccolti tramite i canali interni di comunicazione del nostro sindacato – che non possono sicuramente vantare la stessa certezza che avrebbero quelli ministeriali verificati – ci raccontano una realtà critica: ipotizziamo tra le 45-50 mila persone appartenenti al comparto difesa e sicurezza, comprese le polizie locali, attualmente senza vaccino. Se sommiamo a questi numeri quelli dei molti agenti in servizio che hanno abbandonato la lotta al crimine per occuparsi del controllo dei green pass ci rendiamo conto che tutto il comparto della sicurezza vive un drammatico problema di mancanza di organico, che rischia di compromettere la sicurezza di tutti”.

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