Catania, la rabbia e l’orgoglio

di Alberto Cigalini. Pari di carattere a Francavilla col capocannoniere Moro ancora a segno (f. Galtieri), ma le incognite societarie pesano: Baldini sferza la proprietà

a.cig.) Qualche conferma, nella settimana delle incognite. E della tensione. Alta, come comprensibile e come testimoniato dalle dichiarazioni di Francesco Baldini al termine del pareggio col Francavilla, quando l’allenatore rossazzurro in sala stampa parla chiaro e tondo rivolgendosi alla società (“E’ ora che ci dicano come stanno le cose e che mantengano gli impegni. L’area sportiva sta remando tutta dalla stessa parte, in società non è così”).

In attesa (e nella speranza) che gli adempimenti federali in scadenza lunedì vengano onorati e Sigi trovi una strada percorribile per il presente e ancor di più per il futuro, il Catania il suo lo fa. Esibendo come tratto distintivo uno spirito forte, aspetto per nulla secondario in un contesto complicato come quello attuale. Il pari odierno non è solo il terzo risultato utile consecutivo ma un segnale di compattezza che il gruppo di Baldini indirizza con forza all’esterno, proprietà in primis. Il progetto di squadra, nel suo senso più ampio e nonostante qualche carenza perdurante, sembra consolidarsi. Con l’auspicio (o illusione?) che ciò riesca a contagiare il club nella sua interezza.

Conferme, dicevamo. Luca Moro – chi se non lui – innanzitutto. Il centravanti è ancora una volta il migliore dei suoi. E non per il rigore, peraltro trasformato con l’abituale freddezza, ma per un’altra prestazione di spessore, fatta di movimenti intelligenti e presenza viva nel gioco. All’attivo dell’attaccante padovano, oltre al gol che gli vale il titolo solitario di capocannoniere, vanno messi 3-4 spunti ad elevata pericolosità, un colpo di testa salvato sulla linea e il solito contributo in fase di non possesso. I numeri, poi, la dicono lunga sul suo momento magico: 7 gol, 6 nelle ultime 4 uscite, una rete ogni 72 minuti giocati. In giro c’è di peggio.

Il Catania conferma di sapersi esprimere al meglio quando c’è da correre in avanti. L’aggressione alta e il recupero palla nella metà campo avversaria sono il pezzo forte di questa squadra, che non per nulla conquista il rigore proprio così: in quattro attaccano ferocemente Prezioso al limite dell’area su un passaggio del portiere Nobile e al terzo contatto sospetto (lo stesso Prezioso su Ceccarelli) l’arbitro concede il rigore che Moro realizza.

Tema tattico che gli uomini di Baldini cercano di riproporre quanto più possibile, complice l’abitudine dei padroni di casa a impostare dal basso, in una partita giocata con personalità su ritmi alti contro un avversario fisico che accetta la sfida sul piano dell’intensità. Il campo è piccolo e in sintetico come a Picerno, ma qui si corre di più. 

Nonostante il buon approccio, però, il Catania si trova a rincorrere a causa della solita disattenzione difensiva, in questo caso su piazzato (neppure questa una novità): il tocco da un metro di Delvino nasce da una punizione ben calciata da Ingrosso sulla quale Miceli sbuca tra i due centrali rossazzurri riuscendo ad appoggiare in mezzo per il compagno.

Non l’unica sbavatura dietro, dove Sala mette un paio di pezze dicendo no in chiusura di primo tempo al destro dal dischetto di Perez, liberato da un affondo di Ingrosso e dalla mancata copertura di Monteagudo, e nella ripresa uscendo con tempismo su Ventola, imbeccato da Ekuban.

Nel complesso, però, il Catania tiene bene il campo costruendo diverse occasioni importanti con Russini, Moro e Ceccarelli nella prima parte di gara e con Monteagudo (inzuccata fuori a un passo dalla porta) e col solito Moro (tre volte, incluso il salvataggio sulla linea di Idda su un colpo di testa in piena area) nel secondo tempo a fronte di un avversario che a sua volta insidia la porta ospite con Idda in apertura di ripresa e Mastropietro a tre minuti dallo scadere.

Il pari, a conti fatti, ci sta. Quello che non può starci è la perdurante incertezza sul pagamento degli stipendi alla vigilia della nuova scadenza, il rischio di una nuova penalizzazione, il navigare a vista, le lotte intestine. E qui tocca a Sigi dare un segnale. Forte e chiaro. 

VIRTUS FRANCAVILLA-CATANIA 1-1
Virtus Francavilla (3-4-2-1): Nobile 6; Delvino 7, Miceli 6.5, Idda 6.5; Pierno 6, Tchethcoua 6, Prezioso 5.5 (17′ st Toscano 6), Ingrosso 6.5; Carella 5.5 (24′ st Ventola 5.5), Enyan 6 (40′ st Mastropietro sv); Perez 5.5 (24′ st Ekuban 6). In panchina: Milli, Cassano, Feltrin, Gianfreda, Dacosta, Magnavita. Allenatore Taurino 6.5
Catania (4-3-3): Sala 6.5; Calapai 6, Claiton 5.5, Monteagudo 5, Ropolo 5.5; Greco 6 (26′ st Biondi sv), Maldonado 6 (41′ st Izco sv), Rosaia 6.5; Ceccarelli 6 (26′ st Provenzano sv), Moro 7 (41′ st Sipos sv), Russini 5.5 (12′ st Russotto 5.5). In panchina: Stancampiano, Borriello, Pino, Ercolani, Albertini, Cataldi, Zanchi. Allenatore Baldini 7
Arbitro: Arace di Lugo di Romagna 6.
Reti: 11′ pt Delvino, 28′ pt Moro.
Note: ammoniti Prezioso, Claiton, Rosaia, Miceli. Angoli: 3-2. Recupero: 0′; 4′.

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