Green pass esteso: tanti tamponi, pochi vaccini

Gimbe: impennata di test, non di somministrazioni

A partire dalla sua introduzione, il 6 agosto scorso, la progressiva estensione del green pass “ha ottenuto un effetto molto netto in termini di testing della popolazione ma sinora non ha prodotto nessuna impennata nella curva dei nuovi vaccinati”. E’ quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe. La media settimanale dei tamponi rapidi, infatti, è aumentata in un mese del 57,7% passando da 113 mila (6 agosto) a 178 mila (7 settembre) per poi stabilizzarsi”.

Ma “sui nuovi vaccinati l’effetto green pass è ancora modesto”: dopo un lieve rialzo a partire dal 6 agosto, le prime dosi giornaliere di vaccini sono crollate sino al minimo del 17 settembre (con una media di 66,7 mila), registrando poi una risalita e stabilizzandosi intorno a quota 84 mila. “Per capire se ci sarà un effetto forte anche sulle vaccinazioni occorre attendere il 15 ottobre quando entrerà in vigore l’obbligo del green pass per i lavoratori pubblici e privati”, commenta Nino Cartabellotta, presidente Gimbe.

Il dato confortante è che “ormai da 4 settimane consecutive continuano a scendere i nuovi casi settimanali: anche sul fronte dei contagi iniziano a intravedersi i risultati della campagna vaccinale, con oltre il 71% della popolazione che ha completato il ciclo”, dichiara Cartabellotta.

Queste nel dettaglio le variazioni: -19,2% di nuovi casi (23.159 rispetto a 28.676), -9,6% le persone in isolamento domiciliare (94.995 rispetto a 105.060), -13,2% i ricoveri con sintomi (3.418 rispetto a 3.937) e -11% per le terapie intensive (459 rispetto a 516). Si registra inoltre un lieve calo dei decessi: 386 negli ultimi 7 giorni (di cui 46 riferiti a periodi precedenti), con una media di 55 al giorno rispetto ai 56 della settimana precedente.

Nella settimana 22-28 settembre 2021, rispetto alla precedente, solo in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta crescono i casi attualmente positivi, e solo in quest’ultima si registra un incremento percentuale dei nuovi casi. “Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari Gimbe – si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti Covid-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 13,2% in area medica e dell’11% in terapia intensiva”.

A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (6% in area medica e 5% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali: per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% solo la Calabria (17%); per l’area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%.

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