Sindaci siciliani in caduta libera

Classifica de Il Sole 24 ore: due delle ultime tre posizioni occupate da Pogliese e Orlando, De Luca in calo. Il sindaco di Catania: ”Unici sondaggi che contano sono le urne”. Musumeci guadagna consenso tra i governatori

Il primo cittadino di Catania, Salvo Pogliese, è in coda alla classifica sul gradimento dei sindaci pubblicata da Il Sole 24 Ore, con una percentuale di consenso del 30%. Non se la passa meglio il ‘collega’ di Palermo, Leoluca Orlando, in terz’ultima posizione col 39% di consensi.
Il termometro della popolarità dei sindaci delle due più importanti città siciliane, su 105 città capoluogo prese in considerazione, evidenzia le criticità delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative.
Le difficoltà della vita amministrativa sono state fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca, sindaco di Messina.
Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione, spicca la performance del governatore siciliano Nello Musumeci che guadagna un +9,2 punti.
Amara la reazione del sindaco di Catania, Salvo Pogliese. “Ogni giorno mi spendo con lealtà e fermezza per fronteggiare le tante emergenze di una grande città del Mezzogiorno, come è Catania, stando in mezzo alla gente che mi gratifica con apprezzamenti in pubblico come in privato e innumerevoli attestati di stima. Se non si trattasse di un autorevole istituto di sondaggi, verrebbe da pensare che nelle rilevazioni hanno confuso città o addirittura sbagliato pianeta – scrive in una nota – Mi limito a osservare che i sistemi di valutazione adoperati, sicuramente non colgono il valore di un impegno totalizzante come quello di un sindaco che ha rinunciato a facili demagogie, assumendosi l’onere di affrontare e risolvere problemi da trent’anni sul tappeto”.
“Personalmente credo che gli unici sondaggi che abbiano valore siano quelli delle urne, tenuto conto che quando mi sono candidato, tre anni addietro, alcune rilevazioni, anch’esse considerate “autorevoli” mi davano un risicato 17% di preferenze – conclude – Come tutti sanno fu un trionfo, con la vittoria al primo turno e oltre il 52% dei voti a mio favore. Il resto, compresi sondaggi buoni o cattivi che siano, francamente lasciano il tempo che trovano, perché l’unico dato che ha valore è quello delle elezioni”.

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