“Nella ripresa post pandemia cambiamo il volto della giustizia”

La ministra Cartabia a Catania: "Colmare carenze organico e accelerare i tempi. Attenzione su violenze nelle carceri"

CATANIA – La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha partecipato stamattina al Palazzo di giustizia di Catania all’incontro su ‘Verso il nuovo ufficio per il processo’.
“Sono disposta a cambiare tutto e cercare di ottenere maggiori fondi per la giustizia, ma non possiamo difendere lo status quo – ha detto la ministra -. Dobbiamo modificare il nostro modo di lavorare altrimenti l’obiettivo resterà un’utopia che scaricheremo sui giovani perché dovremo restituire i soldi all’Europa. Non voglio fare terrorismo, ma la responsabilità è davvero alta”.
“Sto seguendo con grande attenzione le vicende che meritano un approfondimento – ha detto la ministra riferendosi alle violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere -. Mi chiedo come sia possibile che siano accaduti fatti così gravi e di grande turbamento per tutti. Desidero rinnovare la mia vicinanza a tutto il personale delle carceri italiane. Il loro lavoro è tanto prezioso quanto difficile, quanto sottovalutato che questo clima sociale rende più difficile”.
“Molto spesso – ha sottolineato la ministra – non guardiamo oltre le mura del carcere, ma dentro ci sono persone che svolgono un servizio essenziale per tutta la società e devono andare fieri sempre e portare con fierezza la divisa. Per questo la condanna deve essere ferma”. La ministra incontrerà i sindacati della polizia penitenziaria il prossimo 7 luglio e i provveditori degli istituti otto giorni dopo
Poi un riferimento a Falcone e Borsellino: “Entrando in questo palazzo, ho avuto modo di apprezzare la ‘Scalinata della giustizia’, l’istallazione artistica realizzata da liceali, per rendere omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati, simbolo di questa terra e, per parafrasare Bertold Brecht di un ‘popolo che purtroppo ha ancora bisogno di eroi’. La giustizia non è solo questa, ma ha bisogno anche di questo per contrastare le mafie con modalità diverse”.
“Stiamo attraversando una stagione di grandi cambiamenti per la vita sociale italiana, in ripresa dopo la grande ferita della pandemia – ha aggiunto -; una stagione di grande rinnovamento anche per la giustizia. C’è una grande attesa di trasformazione del volto della giustizia e non possiamo lasciare che siano deluse queste aspettative. Non possiamo lasciare questo momento di fiducia rinnovata lasciando che le cose restino come sono”.
Poi un affondo sulle condizioni dei tribunali. “Il nostro compito è altissimo e deve svolgersi in luoghi decorosi – ha detto -. I tempi e la qualità dell’amministrazione della giustizia passano anche dalle condizioni degli uffici. E ovviamente non si può procedere solo con rattoppi nella sistemazione di impianti che non funzionano, come da ultimo quello dell’aria condizionata nel Tribunale di Siracusa. Anche queste disfunzioni contribuiscono a dare una immagine trascurata, inefficiente, sciatta della nostra giustizia”.
E infine un accenno sulle lungaggini dei tempi della giustizia: “Per la democrazia non si può fare a meno di garantire i diritti dei cittadini, ma anche la vita economica e per fare questo bisogna anche intervenire sui tempi della giustizia perché una giustizia lenta e in affanno, incapace di risposte veloci, rappresenta un fardello per il rilancio anche economico del nostro Paese”.
“Mi è ben chiaro – ha sottolineato – che da anni tutti gli uffici giudiziari soffrono di carenze di organico di ogni tipo, di magistrati, di cancellieri e personale amministrativo. Le assunzioni ordinarie dovranno proseguire, ed essere rinforzate. Tra pochi giorni si terrà il concorso della magistratura per 310 nuovi posti e a ottobre ne verrà bandito un altro per 360 posti, che dovrà svolgersi nei mesi successivi. Il numero dei magistrati in Italia è inferiore, in rapporto alla popolazione, a quello di molti altri Paesi europei. E anche questo non aiuta i tempi di risposta della giustizia”.

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