Etna, notte di boati

Quattordicesimo parossismo dal 16 febbraio scorso: in molti svegliati dal tremore del vulcano, cenere sui paesi pedemontani e su Catania VIDEO

CATANIA – E siamo a 14. L’Etna concede un nuovo spettacolo notturno, l’ennesimo parossismo dal 16 febbraio scorso.
La nuova fase eruttiva è iniziata alle 3 e si è conclusa intorno alle 6 del mattino. A confermarlo è un comunicato dell’Ingv diramato stamane: “L’ampiezza del tremore è in netta diminuzione ed a livelli medi. Le sorgenti vengono localizzate a Sud-Est del cratere di Sud-Est ad una profondità di circa 2000 metri sul livello del mare. Il segnale infrasonico non rileva attività vulcanica. L’attività di fontana di lava al cratere di Sud-Est si è conclusa. Persiste una moderata attività stromboliana. A causa della copertura nuvolosa l’osservazione dell’attività in corso è limitata e discontinua”.

Da segnalare la caduta di cenere lavica su Linguaglossa, su diversi paesi pedemontani e anche sui Catania.
E’ stata quindi l’ennesima notte agitata per l’Etna, ma niente paura come ha sottolineato il vulcanologo Boris Behncke: “L’Etna ci ha risvegliato praticamente tutti, fa tantissimo rumore, e ovviamente spuntano di nuovo tre milioni di commenti come ‘paura’, ‘ci dobbiamo preoccupare’ eccetera… Non c’è da avere paura e niente da preoccuparsi. Sono solo boati. Segno che su in cima all’Etna stanno esplodendo bolle di lava, in un’atmosfera piuttosto umida e nuvolosa, che amplifica i suoni. Le onde di compressione causate dalle esplosioni fanno tremare vetri, porte, serrande, insomma, tutto ciò che può tremare. Ma finisce qui, i boati non sono segno di qualcosa di terribile che sta per avvenire.  Ne abbiamo parlato ripetutamente nel corso di questi anni, perché di boati ogni tanto se ne sentono belli forti, e dovrebbe diventare parte della conoscenza comune che i boati non fanno male – a parte il sonno disturbato”.

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