Clan infiltrati nella Fiera di Catania: tra le bancarelle l’ambulante dei Cappello

Sequestrati beni per oltre 500 mila euro a Giovanni Pantellaro, già arrestato durante l'operazione Camaleonte VIDEO

CATANIA – Sequestro della polizia di Catania, su disposizione della Dda etnea, a carico di Giovanni Pantellaro, 57 anni, pluripregiudicato già detenuto, appartenente alla cosca mafiosa “Cappello – Carateddi”.
Le indagini hanno permesso di riscontrare, per la prima volta, le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese all’interno dello storico mercato della “Fera o Luni” di Catania, evidenziando l’interesse dell’organizzazione mafiosa a mantenere il controllo di determinate attività commerciali di vario genere, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terzi.
L’attività d’indagine ha inizialmente riguardato l’attuale e qualificata “pericolosità sociale” di Giovanni Pantellaro, figura apicale del clan “Cappello – Bonaccorsi”, essendo riconosciuto da diversi collaboratori di giustizia quale responsabile del gruppo organizzato e diretto da “Salvo” Salvatore Massimiliano, soprannominato “Massimo u Carruzzeri” (ristretto al 41 bis), che a sua volta aveva preso il posto di Lombardo Salvatore Giuseppe, detto “Salvuccio u Ciuraru”, dopo l’arresto di quest’ultimo.

La “pericolosità sociale” di Pantellaro è comprovata da numerosi precedenti di polizia, in particolare, minaccia, lesioni personali aggravate, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla truffa e tentativo di truffa ai danni di compagnie assicurative.
Pantellaro era stato arrestato durante l’operazione antimafia “Camaleonte” dello scorso giugno con altri esponenti del clan “Cappello-Bonaccorsi”, per i reati di associazione mafiosa. Dalle analisi dei flussi patrimoniali è risultata una evidente sperequazione tra le entrate di Pantellaro e dei suoi familiari ritenute così frutto di attività illecite.
Nello specifico, sono state confiscate 3 imprese individuali nel settore dell’abbigliamento e casalinghi, con stazionamento fisso, nello storico mercato all’aperto della Fiera di Piazza Carlo Alberto, esercitate con autorizzazioni amministrative di “tipo A”, rilasciate dal Comune di Catania nel 2013 (a terzi), nel 2015 (allo stesso proposto) e nel 2017 (a familiare convivente), le cui attività commerciali sono state ritenute riconducibili a Pantellaro.
Il decreto prevede, altresì, il sequestro di 3 immobili: una villetta sita in zona Ippocampo-San Francesco alla Rena (acquistata nel 2012), un appartamento e un garage zona Viale Rapisardi (acquistati nel 2016) e dei saldi attivi di diversi rapporti bancari/finanziari, formalmente intestati a familiari, ma riconducibili sempre a Pantellaro. Il valore dei beni sequestrati è stimato in almeno 500 mila euro.

scroll to top