“A scuola il rischio zero non è possibile”

Il ministro Azzolina ai docenti: "Non possono rifiutarsi di lavorare da remoto e avere più di 55 anni non significa essere fragile"

ROMA – “Abbiamo lavorato per ridurre al minimo il rischio contagio, ma la scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’Iss per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe”. A pochi giorni dal suono della campanella, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, torna ad affrontare il tema legato alla sicurezza e al Covid.
“Dal 14 la partita della scuola diventa molto sanitaria – spiega la ministra – il primo giorno di scuola sarà molto emozionante, da marzo le attività si erano interrotte. La temperatura si misura a casa per evitare che se ci fossero studenti malati o asintomatici possano diventare un pericolo per i compagni di avventura. E’ chiesto di avere responsabilità da parte di tutti”.
“Si devono evitare gli assembramenti fuori da scuola, si useranno tutti gli ingressi a disposizione. Il caso di Roma al Marymount dimostra come il protocollo sta funzionando: inizialmente si era parlato di 65 persone che dovevano andare in quarantena, poi si è stabilito che solo 9 andranno in quarantena e seguiranno la didattica a distanza”.
“I docenti non possono rifiutarsi di lavorare da remoto – precisa il ministro dell’Istruzione – le linee guida stabiliscono che se la classe è in quarantena la didattica deve continuare. Io credo ci voglia anche buonsenso, tutti i paesi europei stanno facendo così”.
“Avere più di 55 anni non significa essere fragile bisogna avere patologie pregresse di un certo rilievo. I numeri che si erano letti, 300 mila docenti non corrisponde al vero. C’è una procedura per stabilire se un lavoratore è fragile e se dev’essere sottoposto a sorveglianza speciale. Sono circolate alcune inesattezze”.

scroll to top