E ora rischiamo la sindrome del fuorilegge

di Emanuele Grosso. L'uscita dalla quarantena potrebbe comportare un paio di pericoli: ecco quali

Nel geniale film “Il giorno della marmotta” il derelitto Bill Murray, costretto a rivivere le stesse 24 ore all’infinito, cerca conforto da due avvinazzati al bancone di un bar. “Che cosa fareste se foste bloccati in un posto e i giorni fossero uguali e, per quanto vi sforzaste, qualunque cosa non servisse a niente?”. “Ehi – risponde l’ubriacone -, sembra il ritratto della mia vita…”.
Ci sono un paio di pericoli che questo ritorno alla vecchia quotidianità potrebbe comportare. Uno è la presa di coscienza che da due mesi stiamo inseguendo un’esistenza sinistramente simile a quella che abbiamo appena sperimentato in sessantena. Prima c’era giusto qualche sfumatura in più: un ristorantino, una partita a tennis, una scarpinata in un centro commerciale. Piccoli detersivi per sgrassare il grigio dell’accoppiata casa-lavoro, ultimamente sinonimi.
Il secondo è la sindrome di Jesse James. In queste settimane abbiamo capito cosa vuol dire vivere pericolosamente, sentirsi braccati, temere a ogni angolo di venire sorpresi dall’autorità nel compimento di una qualche azione riprovevole. Tipo uscire due volte nello stesso giorno perché abbiamo dimenticato di prendere il pane, passare da un amico nerd per chiedergli di aggiustarci il computer moribondo, vagare di notte alla ricerca di una farmacia che abbia il medicinale salva-nonna.
Insomma, essere considerati fuorilegge. “Dottore, ho sognato una paletta con l’alt”, potrebbe essere l’incipit di parecchie conversazioni con l’analista. E se per il resto dei nostri giorni ci perseguitasse la paura di essere fermati in strada con qualcosa fuori posto?
Il senso di colpa dell’onesto era già un classico: vuoi che se mi becca la polizia non trovi un faretto rotto? Il dubbio ora si è evoluto: sto legittimamente comprando il mascarpone? Ma siamo sicuri che posso passare col verde? Non è che se non mi lavo le mani finisco al 41 bis? E via delinquendo. Rischia di diventare una vita più triste dell’attuale programmazione sportiva di Sky. Ma i veri criminali come fanno?

scroll to top