Pellegrino accelera, Finaria frena

L'ex tecnico del Catania parla a nome del comitato: "Debiti enormi, offerta adeguata". La proprietà: "Proposta non congruente". Astorina: "Valore a bilancio è 18 milioni, non svendiamo". Di Natale: "Lo Monaco? Parla solo a titolo personale"

Da una parte Maurizio Pellegrino che parla a nome del Comitato promotore per l’acquisizione del Catania Calcio, dall’altra Finaria che rigetta la manifestazione d’interesse dello stesso comitato.
L’intenso pomeriggio rossazzurro si snoda in un botta e risposta a distanza. Proprio mentre l’ex tecnico e giocatore rossazzurro – insieme con Fabio Pagliara figura di riferimento del gruppo fattosi avanti per rilevare la proprietà del club etneo – espone la proposta formulata, il club etneo dirama una nota nella quale respinge la medesima proposta.
LA NOTA FINARIA. Il comunicato Finaria recità così: “Finaria S.p.A., nell’accogliere di buon grado la manifestazione d’interesse relativa al Calcio Catania S.p.A. in cui sono riportate le modalità di pagamento in caso di accordo e l’entità delle stesse, ritiene la proposta d’acquisto non congruente con le specifiche della procedura in atto e con gli aspetti materiali ed immateriali dell’asset Calcio Catania”.
In contemporanea, Maurizio Pellegrino illustra la posizione del comitato. Ecco le sue dichiarazioni (via Facebook Futura Press).
COSTITUITA SPA CON 5 MILIONI DI EURO DI CAPITALE. “Dopo avere espresso la manifestazione di interesse e avere messo insieme imprenditori locali, come comitato ci siamo fermati. Ora parlo a nome della costituente Spa che ha come capitale 5 milioni di euro. I componenti sono tre: Fabio Pagliara, Girolamo Di Fazio e me stesso”.
“DEBITI ENORMI“. “Gli imprenditori a cui facciamo riferimento hanno voglia di investire su un progetto sportivo. Li definirei incoscienti, ma la matricola 11.700 è stata più forte di qualsiasi cautela. Alcuni cronisti pensano che l’offerta sia di poco conto, ma forse non si sono chiesti a quanto ammontano i debiti del Catania: sono enormi – compreso Torre del Grifo – per una società che oggi fa la Lega Pro. E vanno pagati. Adesso tocca agli imprenditori e agli avvocati entrare nel vivo della trattativa. Per produrre una manifestazione d’interesse bisogna superare una serie di step: il comitato è riuscito a farlo”.
PROPOSTA. “La proposta era stata preparata da tempo, alla luce delle ultime vicende e in base a un’attenta analisi abbiamo ritenuto opportuno rivedere qualcosa. L’emergenza coronavirus non ha inciso. E’ una proposta seria e congrua per arrivare a una conclusione positiva”.
LUCARELLI. “Ha tutta la mia stima, è riuscito a gestire una situazione di grande difficoltà. Posso esprimere solo un giudizio positivo su di lui”.
LA NOTA FINARIA. “Prendiamo atto del comunicato, può darsi sia una prima tappa. Tutto può succedere. Rilanciare? I soldi non sono i miei. Vedremo come si svilupperà il dialogo. Abbiamo letto la nota, spetta ai nostri legali valutarla. La mancanza di ricchi imprenditori, nababbi e quant’altro ci ha spinto a presentare una proposta. A me non risulta che si sia fatto avanti qualcun altro. Se il Catania è arrivato a questo punto evidentemente qualcosa si è sbagliato. Oggi per salvare questa società o hai tanti, tanti soldi da investire o hai un progetto per salvare il salvabile: in caso contrario questa società – e non sono solo io a dirlo – è destinata a esiti drammatici”.
CIFRE E ALTERNATIVE. “La nostra proposta di due milioni di euro è legata alle rate di Torre del Grifo, ai debiti verso banche e fornitori e all’esposizione col fisco: tutto questo mette insieme una somma corposa. Speculare, come ha fatto qualcuno, sulla nostra proposta e sui metodi di pagamento lo trovo ingiusto e squallido. Ricordo al presidente Astorina che le offerte provenienti da fuori Sicilia sono state quelle di Follieri e quella per cui si ipotizzava il coinvolgimento di qualche grande amico di Pulvirenti. Nessuno ha detto di avere a cuore questa squadra e di credere in questa città. Mi piacerebbe sapere quali sono le alternative oltre a chi ci sta mettendo la faccia. Bisogna prendersi delle responsabilità, prendiamocele tutti. Arriverà il giorno in cui le cifre verranno pubblicate, quello della trasparenza è un aspetto che abbiamo sempre osservato in silenzio. Se c’è un’altra trattativa ce lo dicano: ora tocca agli altri parlare, questa è correttezza. Se qualcuno si presenterà a club fallito sarà un’altra storia. Non stiamo trattando il Calcio Catania al bar, stiamo seguendo tutte le regole”.
NOMI DEGLI INVESTITORI. “Non mi sembra corretto che io faccia i nomi degli imprenditori coinvolti. Verranno presentati nel momento in cui la situazione lo richiederà. Naturalmente l’investimento non è uguale per tutti ed è questo il motivo per cui i nomi non sono stati resi pubblici. Si tratta di soggetti che hanno dato ampie garanzie per avviare un percorso”.
TORRE DEL GRIFO. “E’ una risorsa assoluta per ciò che rappresenta e per ciò che si può creare. Va ancora pagato, però. E la cifra che riguarda il centro sportivo è consistente”.
LEONARDI. “La cordata, quando l’abbiamo organizzata, era aperta a tutti quelli che avevano a cuore le sorti del Calcio Catania. Sinora non abbiamo ricevuto telefonate di altri imprenditori che volessero aiutare il club”.
In serata si sono pronunciati anche il presidente del Catania Gianluca Astorina e l’ad Giuseppe Di Natale.
“Verrà avviata una procedura competitiva – ha detto a Unica Sport il numero uno della società rossazzurra – sotto l’egida del tribunale e non di Finaria. Il valore di bilancio del club è di 18 milioni: non si potrà ricavare questa somma, ma non svenderemo la società. L’asset non è fatto solo di debiti, ma anche attività fiorenti come Torre del Grifo, il parco giocatori, il settore giovanile e alcuni crediti. Al comitato abbiamo risposto dettagliatamente via pec. Volontà di vendere? Il concordato preventivo è stato fatto proprio per questo. Fallimento se non si vende? Ci auguriamo di no. Debiti? Il mutuo per Torre del Grifo si può rimodulare, credo sia di circa 600 mila euro ogni anno. L’esposizione col fisco può essere rottamata e quindi spalmata nel tempo così come i debiti col Comune di Mascalucia. Con i fornitori si possono trovare accordi per fare delle transazioni”.
“La controparte ha fornito delle referenze – ha spiegato, dal canto suo, l’amministratore delegato – la cui sommatoria arrivava a rispondere ai primi requisiti, quindi è stato sottoscritto, come prevedono gli step ordinari, un secondo patto di riservatezza. Quanto vale il Catania? Esiste un monopolio a vendere, il club ha un valore esclusivo. Per chiudere un affare non bisogna intendersi solo sulla cifra, ma anche sulle modalità perché servono a palesare programma e capacità della controparte. Lo Monaco? Non parlo del passato. Quando parla, lo fa a titolo personale e non come espressione del Catania”.

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