Confermato: scuole e università chiudono sino al 15 marzo

VIDEO Catania, i cinesi scappano

Coronavirus. Lezioni sospese in tutta Italia. Le perplessità del comitato scientifico. Il ministro Bonetti: "Sostegno economico per le famiglie e congedi parentali". Nell'Isola effettuati 367 tamponi: 18 positivi. Razza: "Cannizzaro è ospedale sicuro". Sondaggio: l'80% dei siciliani è preoccupato. C'è la prova: il Covid-19 circolava da settimane

VIDEO - Il rettore etneo: "Se necessario lezioni a distanza"

Scuole e università chiuse da domani al 15 marzo per l’emergenza coronavirus. La conferma ufficiale di quanto filtrato già nel primo pomeriggio è arrivata dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina  a Palazzo Chigi: “Per il governo non è stata una decisione semplice, abbiamo aspettato il parere del comitato tecnico scientifico e abbiamo deciso di sospendere le attività didattiche da domani al 15 marzo”.
“E’ una decisione di impatto spero che gli alunni tornino al più presto a scuola”, ha spiegato il ministro assicurando “l’impegno” perché questo “servizio pubblico essenziale continui anche fornito a distanza”.
Secondo quanto previsto dalla bozza di Dpcm, le assenze maturate dagli studenti che per qualche motivo non potranno seguire un’eventuale didattica a distanza “non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni”.
“In questo momento – ha spiegato dal canto suo il premier Giuseppe Conte – siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario per quanto efficiente e eccellente rischia di andare in sovraccarico” in particolare “per la terapia intensiva e sub-intensiva”.
IL DECRETO. Il Dpcm firmato da Conte in serata prevede la sospensione in tutto il paese, come per le zone rosse, di manifestazioni ed eventi “di qualsiasi natura” e “in qualsiasi luogo”; partite e competizioni sportive, compresa la Serie A, a porte chiuse; tutta l’attività dello sport di base in palestre, piscine e altri centri sportivi, invece, è “consentita esclusivamente nel rispetto delle raccomandazioni previste”, vale a dire mantenendo la distanza di un metro e usando tutte le precauzioni igienico sanitarie. Il provvedimento raccomanda inoltre alle persone anziane di limitare le uscite da casa, ribadisce la necessità di evitare strette di mano, abbracci e baci, vieta la visita ai parenti dei ricoverati negli hospice e nelle residenze sanitarie assistite, così come l’attesa nei pronti soccorso per le persone che non devono essere visitate.
I DUBBI DEL COMITATO SCIENTIFICO. Mancano le evidenze scientifiche sull’efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi da coronavirus. Sarebbe questa la posizione espressa dal Comitato tecnico scientifico nella riunione di oggi che ha poi portato il governo alla conferma della decisione di chiudere scuole e università. Il parere, che non è vincolante per l’esecutivo, sarebbe stato sottoscritto all’unanimità da tutti i membri del Comitato.
BONETTI: “SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE”. Sulla decisione è intervenuto anche il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti: “Sappiamo che la chiusura delle scuole comporta la necessità di riorganizzare la vita familiare. Ho già proposto misure di sostegno e aiuto alle famiglie: sostegno economico per le spese di babysitting e estensione dei congedi parentali per le lavoratrici e i lavoratori. Una particolare attenzione la dobbiamo alle famiglie del personale sanitario che è mobilitato a servizio di tutta la popolazione. Sono certa che sapremo mettere in campo rigore e serietà”.
VERTICE AL COMUNE DI CATANIA. Al municipio di Catania si è tenuto un vertice sull’emergenza. Presenti il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza e i manager delle aziende ospedaliere cittadine e dell’Asp3.
“In Sicilia stiamo lavorando sulle terapie intensive e sull’aumento dei posti letto a pressione negativa – ha spiegato l’assessore Ruggero Razza -. E’ un lavoro intenso perché oggi siamo assolutamente autosufficienti perché abbiamo quello di cui abbiamo bisogno, ma dobbiamo preparare alle ipotesi che nelle prossime settimane possa verificarsi un’ulteriore crescita del numero dei casi. E la Regione non si vuole fare trovare impreparata”.
“E’ giusto lanciare un messaggio di serenità dopo avere fatto il punto della situazione con l’assessore Razza, i manager delle strutture sanitarie. Tutte le istituzioni stanno facendo il proprio dovere in maniera assolutamente efficiente. Il sistema sanitario della nostra provincia è di eccezionale valore. C’è una grande sinergia ed è giusto rassicurare i cittadini”, ha affermato il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, al termine dell’incontro svolto a Palazzo degli Elefanti. “Stiamo monitorando, com’è giusto fare, la situazione – ha concluso il primo cittadino – e siamo in attesa del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che uscirà a breve per le determinazioni conseguenziali che ognuno di noi farà”.

RAZZA: “CANNIZZARO OSPEDALE SICURO”. “Il Cannizzaro di Catania è un ospedale sicuro, come lo sono tutti quelli della provincia etnea e di tutta l’Isola”, ha affermato Razza parlando del caso del paziente positivo al Coronavirus registrato nell’Unità di terapia intensiva respiratoria (Utir) del nosocomio.
“Nella struttura – ha spiegato l’assessore – si stanno facendo provvedimenti contenitivi e non è vero che è stato chiuso un reparto e non è vero che c’è una quantità importante di personale medico in ‘quarantena’, ma si stanno effettuando riscontri epidemiologici. In questo momento parlare di isolamento è ultroneo rispetto a quello che si sta facendo. Quando si verifica un caso in un ambiente confinato è normale andare a ricostruire tutto ciò che si è verificato attorno al soggetto che poi si è rivelato positivo. Ed è quello che si sta facendo al Cannizzaro”.
“In tutta la Sicilia – ha ribadito l’assessore Razza – nelle delle strutture sanitarie si applicano le linee guida previste dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità. In una fase così seria, come quella che stiamo affrontando, dobbiamo trasmettere dei messaggi che devono essere il più aderenti al vero e chiari. Ecco perché  con il sindaco Salvo Pogliese abbiamo voluto incontrare i direttori generali della aziende ospedaliere di Catania per anzitutto ai cittadini di Catania e della provincia la serena consapevolezza che il sistema sanitario in Sicilia si sta dimostrando all’altezza di una prova impegnativa, come hanno evidenziato anche i rappresentanti delle parti sociali che abbiamo incontrato con il presidente Nello Musumeci”.
I locali dell’Unità di terapia intensiva respiratoria (Utir) dell’ospedale Cannizzaro sono stati sanificati e l’assistenza continua a essere garantita, grazie anche alla rimodulazione temporanea dei turni del personale. A precisarlo è la direzione dell’Azienda sul caso del paziente risultato positivo al tampone per Covid-19 e che adesso è ricoverato in una delle stanze di isolamento, a pressione negativa, dell’Unità operativa complessa di malattie infettive, con un quadro clinico generale in fase di miglioramento.
L’uomo era stato ricoverato domenica nell’Utir perché non direttamente proveniente da zone individuate come a rischio. Ciononostante, è stato disposto il tampone oro-faringeo, poi risultato positivo. Di conseguenza, l’Azienda ha messo in atto ogni procedura prevista dalle recenti disposizioni in materia di contenimento e gestione dei casi di infezione da “nuovo coronavirus”. Oltre al trasferimento del paziente in reparto di isolamento, ha disposto in via cautelativa l’astensione dal servizio nei confronti del personale entrato con lui in contatto. L’Azienda ha trasmesso le suddette disposizioni all’Asp di Catania, per gli adempimenti di competenza, e ha informato del caso l’assessorato regionale alla Salute.
FILO DIRETTO REGIONE-UNIVERSITA’. “Abbiamo sempre tenuto in linea l’amministrazione della sanità con quella dell’università – ha spiegato Ruggero Razza -.  Il rettore di Catania, che ho sentito, ha voluto disporre una misura di contenimento del dipartimento di Agraria, visto che tre docenti sono risultati positivi all’accertamento effettuato nei laboratori regionali. Però anche su questo sta per intervenire una decisione con decreto del presidente del Consiglio dei ministri che immagino riguardi non soltanto le scuole, ma anche le università e in quel caso il provvedimento sarà generalizzato ed esteso a tutti i luoghi di studio”.

 
18 POSITIVI IN SICILIA. Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 9 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana alla Unità di crisi nazionale.
Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 367 tamponi, di cui 349 negativi. Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 18 campioni, di cui quattro già validati (tre a Palermo e uno a Catania). Risultano ricoverati 5 pazienti (tre a Palermo e due a Catania), mentre 13 sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento avverrà domani.
NUOVI DATI: 28 MORTI IN PIU’. Sono 2.706 i malati per coronavirus in Italia, con un incremento di 443 persone in più rispetto a ieri e 107 i morti, 28 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. Sono 276 i guariti, 116 in più rispetto a ieri. L’aumento è del 72,5%, il maggiore registrato negli ultimi giorni.

SONDAGGIO: CRESCE LA PREOCCUPAZIONE IN SICILIA. Sta crescendo tra i siciliani la preoccupazione per la diffusione del coronavirus. L’80% manifesta timori per la salute, propria o dei familiari; una percentuale inferiore, il 53% appare preoccupato anche per le conseguenze economiche, a partire dai prevedibili effetti sul turismo. I dati emergono dal sondaggio condotto nell’Isola dall’Istituto Demopolis.
“Il Coronavirus – spiega il direttore Pietro Vento – ha intanto monopolizzato le conversazioni dei siciliani negli ultimi 10 giorni: il 95% ne ha parlato quotidianamente con colleghi, amici, familiari; appena un terzo si è soffermato su altri temi, dalla politica al calcio all’attualità”. La gestione dell’emergenza da parte delle strutture sanitarie nella nostra Regione è promossa, apprezzata dai due terzi dei cittadini intervistati nell’Isola. Ma le preoccupazioni restano: i siciliani sembrano condividere l’appello del Presidente della Regione Musumeci, vorrebbero però che fossero resi più capillari ed efficaci i controlli negli aeroporti su chi arriva in Sicilia dalle regioni interessate dall’emergenza Coronavirus. Lo chiede il 75% dei cittadini residenti nell’Isola.
POTENZIATO IL NUMERO VERDE. Il numero verde 800.458.787 – appositamente attivato dal governo Musumeci per l’emergenza coronavirus – viene potenziato con ulteriori 28 linee telefoniche a cui risponderanno medici e volontari della protezione civile. Verranno configurati anche alcuni messaggi automatici che permetteranno di fornire pronta risposta alle domande più frequenti, rendendo disponibili così gli operatori per le richieste che necessitano approfondimenti particolari.

CIBO BERGAMASCO A PALERMO. E’ di qualche giorno fa la polemica che ha visto come protagonisti, loro malgrado, il gruppo di 29 turisti bergamaschi in vacanza in Sicilia, posti in quarantena in un albergo di Palermo. All’appello rivolto ai turisti da parte dell’istituzione regionale di non recarsi in Sicilia, vi è stata una forte presa di posizione in senso opposto della città che ha tributato manifestazioni di solidarietà ai bergamaschi.
Come l’iniziativa di una rappresentanza dell’enogastronomia siciliana, Prezzemolo & Vitale e i produttori di vino Diego e Alberto Cusumano, che hanno dato il via all’Operazione Pale/rgamo (acronimo di Palermo+Bergamo). Oggi, con un blitz anti-isolamento, ai 29 è stato consegnato un menu della tradizione; non si tratta di una selezione della migliore cucina siciliana, bensì del più famoso piatto bergamasco, i casonsei, annaffiati da un Angimbè bianco di Sicilia. Realizzati dagli chef dell’Isola.
IL VIRUS CIRCOLAVA DA SETTIMANE. C’è la prima prova che il coronavirus circolava in Italia ‘diverse settimane’ prima che ci fosse la diagnosi del paziente uno di Codogno. E’ contenuta nelle 3 sequenze genetiche del virus in circolazione in Lombardia, ottenute dal gruppo di Università Statale di Milano e Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli. L’analisi di ulteriori genomi, in corso, potrà fornire stime più precise su ingresso del virus in Italia e possibili vie di diffusione.

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