Catania, pranzo al ristorante cinese: “Finiamola con le false notizie”

L'iniziativa del Codacons: "Il razzismo è più pericoloso del coronavirus". A Palermo 50 licenziamenti. FOTO

CATANIA – “Contro la psicosi da coronavirus e atti di intolleranza verso la comunità cinese” una delegazione di dirigenti regionali e volontari del Codacons in Sicilia ha pranzato in un ristorante cinese a Catania.
“Abbiamo deciso di compiere un gesto simbolico – spiega la coordinatrice Sara Seminara – per combattere fake news e bufale e per contrastare i crescenti casi di intolleranza contro i cittadini cinesi che si sono verificati in alcune città. L’allarme coronavirus sta infatti provocando un danno economico ingente a negozi e ristoranti asiatici, da cui gli utenti si tengono immotivatamente lontani nella errata convinzione che tali luoghi possano essere veicoli di contagio, ma soprattutto sta generando atti di intolleranza verso la comunità cinese, estremamente pericolosi e da stroncare sul nascere”.
L’iniziativa, osserva il Codacons, è stata attuata per “dimostrare come non esiste alcun pericolo nel frequentare esercizi gestiti da cinesi, considerato che il cibo servito viene acquistato in Italia, e perché – aggiunge Seminara – il razzismo è senza dubbio più pericoloso e dannoso del coronavirus, e si diffonde ad una velocità immensamente maggiore”.
“Riteniamo – conclude il Codacons – che le sole situazioni di potenziale rischio per la salute umana siano i grandi assembramenti di persone che vedono coinvolti cittadini provenienti da tutto il mondo”.
A Palermo intanto 50 persone sono state licenziate dai ristoranti cinesi, con un calo d’affari del trenta%, in 15 giorni. “In città ci sono trenta ristoranti. Il giro d’affari è di circa cinque milioni di euro l’anno – dice Marco Mortillaro, direttore della comunità cinese d’Oltremare, una delle due più rappresentative a Palermo – che adesso rischia di incrinarsi a causa della paura innescata dal virus”.

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