Giampilieri: rabbia, dolore ed orgoglio

di Tonino Demana. E' il decimo anniversario dell'alluvione che provocò distruzione e morte. Strage senza colpevoli, la comunità si è rialzata ma non dimenticherà quella notte da tregenda

MESSINA – Sono trascorsi dieci anni dall’alluvione di Giampilieri e Scaletta, una ferita ancora aperta, mai rimarginata e scolpita nel cuore di chi l’ha vissuta. Forse una tragedia annunciata perché il nubifragio del 2007 anticipò in un certo senso la possibile catastrofe. Circostanza puntualmente verificatasi l’1 ottobre del 2009 con una bomba d’acqua che provocò il cedimento della collina soprastante e quindi una carneficina.
L’incessante pioggia, iniziata a cadere nel primo pomeriggio, provocò straripamenti di torrenti e frane che riversarono tonnellate di fango e pietre su strade e abitazioni, alcune delle quali (è il caso di via Puntale) erano proprio sotto la montagna.  Giampilieri Superiore, Scaletta, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore, Pezzolo e Santa Margherita vennero praticamente sepolti da una valanga melmosa.
Furono 37 morti, 95 i feriti, quasi 3mila soccorritori tra esercito e forze dell’ordine, 570 mezzi di ogni tipo impegnati , oltre cento ore di volo. Senza contare alcuni corpi mai trovati e probabilmente finiti direttamente in mare durante le abbondanti precipitazioni.
STRAGE SENZA COLPEVOLI. È una strage senza colpevoli: il processo che si è trascinato per dieci lunghi anni per stabilire di chi fossero le responsabilità, si è conclusa a marzo con la Corte di cassazione che ha reso definitiva la sentenza di assoluzione per i sindaci di Messina e Scaletta Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio, per tecnici e dirigenti della Protezione civile regionale, negando anche le richieste di risarcimento. Un pugno nello stomaco per quanti hanno vissuto quella drammatica notte.
A distanza di dieci anni, Giampilieri è un luogo decisamente più sicuro grazie a sostanziosi finanziamenti che hanno portato alla mitigazione delle acque e ad importanti interventi di prevenzione dal dissesto idrogeologico.
Una comunità che è riuscita a rialzarsi, che ha rifiutato di arrendersi e che oggi guarda quella montagna con timore e rispetto, ben consapevoli che la natura non perdona specie se l’uomo cerca di sfidarla…
FOTI: “NON POSSIAMO RESTITUIRE LA VITA ALLE VITTIME”. “Abbiamo agito con scrupolo e massimo impegno – afferma Calogero Foti, responsabile del Drpc Sicilia – per restituire nel minor tempo possibile condizioni di sicurezza ai luoghi colpiti dal disastro e un ritorno alla normalità alla popolazione. Non possiamo riavvolgere il nastro e restituire la vita alle vittime di Giampilieri e dell’alluvione, ma abbiamo coscienza di aver operato al meglio tutto ciò che rientrava nelle nostre competenze.
Ad oggi le opere previste nelle ordinanze sono state quasi tutte completate e rimangono solo opere residuali”. Per quanto riguarda gli interventi inseriti nell’ordinanza del 2013 per la frazione di Giampilieri sono stati effettuati lavori per oltre sessanta milioni di euro per lo più destinati a lavori di risistemazione e messa in sicurezza del territorio”.

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