Rapine seriali in banca in Toscana e Liguria, si costituiscono altri due complici catanesi

Dopo l'arresto dei tre componenti della banda, un 26enne e un 19enne si sono presentati nel carcere di Augusta. VIDEO - FOTO

CATANIA – Una banda di rapinatori di banche dell’Alta Toscana e della Liguria, pendolari da Catania, è stata sgominata ieri dai carabinieri di Lucca con il supporto dei colleghi di Catania. Mancavano all’appello altri due complici.
I carabinieri di Catania, in particolare della Squadra Lupi, hanno attivato una vera e propria caccia all’uomo finita ieri sera, intorno alle 21.30, quando i catanesi Giovanni Nicosia, di 26 anni, e Antonio Florio, di 19, sono stati costretti a costituirsi nel carcere di Augusta (Sr), casa di reclusione dove sono stati raggiunti dai carabinieri che hanno provveduto a notificargli l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Lucca.
In manette ieri sono finiti: Giuseppe Cosentino, di 57 anni, Giuseppe Iuppa, di 47, e Glauco Cosentino, di 26 anni. Nei loro confronti i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Lucca, Alessandro Trinci.

Per i cinque, già noti alle forze dell’ordine, l’accusa è di rapina aggravata, in relazione a due rapine messe a segno il 30 aprile scorso a Lunata di Capannori (Lucca), presso la Cassa di Risparmio di Volterra e il 5 luglio scorso presso il Monte dei Paschi di Siena di Marina di Massa (Massa Carrara). In entrambi gli episodi i malviventi, per farsi consegnare il denaro, minacciarono e colpirono ripetutamente con calci e pugni gli impiegati, tanto che uno di questi riportò lesioni guaribili in otto giorni.
Le indagini, fanno sapere i militati, hanno consentito di accertare che i cinque avevano messo a punto un articolato disegno criminoso che prevedeva la commissione di numerose rapine nelle province dell’alta Toscana ed in particolare in quelle di Lucca, Pisa e Massa, nonché in Liguria, in provincia di La Spezia, riuscendo a portarne a termine due.
Gli arrestati, provenienti dalla Sicilia a bordo di automezzi non direttamente riconducibili a loro, utilizzavano come base d’appoggio un appartamento nel centro di Massa, che gli consentiva di muoversi agevolmente nell’area per effettuare i ‘sopralluoghi’ agli obiettivi individuati. “Un modus operandi particolarmente efferato – ha spiegato il procuratore di Lucca Pietro Suchan – e con violenze spesso gratuite, come nel caso della rapina di Lunata, contro cui la risposta dello Stato è stata immediata”.

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