Veleni al Comune di Catania: Giarrusso minaccia Pogliese, il M5s si dissocia

Dopo la chat Bonaccorsi-Grasso i 5 stelle chiedono le dimissioni del vicesindaco. Il senatore: "Il sindaco chiarisca o non avrà un euro". La replica: "Inutile tentativo di esasperare il clima"

CATANIA – “O il sindaco di Catania fa pulizia e chiarezza e chiede al presidente del collegio dei revisori dei conti che si è dimesso di tornare a ricoprire l’incarico oppure non si presenti a Roma, o in qualunque altra parte, perché non gli sarà dato un euro”. E’ guerra tra il Comune e il senatore del M5s Mario Giarrusso, che in conferenza stampa a Catania sottolinea la “stranezza nella tempistica delle dimissioni del presidente, all’indomani della presentazione della relazione”, e chiede chiarezza.
Per questo annuncia che “la relazione dei relatori dei conti del Comune sarà inviata alla Procura”, e che chiederà al prefetto di “avviare un’attività ispettiva sul bilancio dell’ente”, in dissesto finanziario. Anticipa anche che sul caso attiverà “la Commissione parlamentare Antimafia”.
La vicenda si intreccia sul file audio tra l’ex candidato sindaco M5s Giovanni Grasso e il vice sindaco Roberto Bonaccorsi il cui tema era la capogruppo del M5s al Comune, Lidia Adorno, che era al centro della conferenza stampa.
Bonaccorsi, tra l’altro, avrebbe detto “a chissa ‘a ntappassi ‘nto muru” (a questa la sbatterei contro un muro, ndr) e “C’ ama ‘a ddari ‘n coppu” (Le dobbiamo dare un colpo, ndr). Il Movimento chiede le “dimissioni immediate di Bonaccorsi”, che a sua volta ha annunciato querele.
Giarrusso sottolinea la “differenza tra noi e gli altri: noi gli indifendibili non li difendiamo, li mandiamo a casa, non aspettiamo il terzo grado di giudizio”. E Grasso, ha ricordato, “lo abbiamo espulso subito dopo avere ascoltato il file audio inviato per errore sulla nostra chat. Di certo è un linguaggio vergognoso e violento, inaccettabile, perciò Grasso sarà denunciato anche in Procura. Faremo una conferenza stampa per spiegare perché l’azione della Adorno dà fastidio”.
“Pogliese – ha aggiunto – avversario che conosco e al quale non appartiene quel linguaggio, venga in aula a spiegare altrimenti dimostra che non è libero. Bonaccorsi ha danneggiato tutta la città e deve dimettersi”.
Il Comune cerca in tutti i modi di glissare: “Riconfermiamo piena fiducia e stima nella persona e nell’operato di Roberto Bonaccorsi, amministratore qualificato e integerrimo, in questi giorni oggetto di una campagna denigratoria, solo per avere risposto con tono colloquiale a una chiamata telefonica, che era e doveva rimanere privata, di un consigliere del Movimento cinque stelle che attaccava una sua collega di gruppo, resa pubblica con modalità tutte da appurare”.
Secondo l’amministrazione “i toni eccessivi utilizzati, in alcuni passaggi strumentali, alimentano, purtroppo, un clima che qualcuno vuole a ogni costo avvelenare; una tentazione in cui non cadremo, perché l’interesse di Catania e dei suoi cittadini va oltre i personalismi. Appare poco utile continuare ad attaccarsi a frasi dette privatamente il cui significato va ricondotto a un contesto più generale”.
“Catania ha bisogno di ben altro in questo momento, meglio soprassedere e sorvolare sul tentativo di utilizzare un episodio privato e non sappiamo quanto casuale, per mettere in discussione l’azione del Governo nazionale e l’operato dell’Amministrazione Comunale nella sua azione di pressing sul governo e il parlamento, per adottare misure di sostegno e fare rialzare Catania dal dissesto in cui è stata lasciata dalla precedente amministrazione”.
In serata è lo stesso gruppo consiliare del M5s a prendere le distanze dal senatore grillino con una nota ufficiale. “È imbarazzante dover puntualizzare quale sia la nostra posizione, ma siamo costretti a farlo in seguito alle polemiche accese ad arte in giornata, che incredibilmente non riguardano l’inaccettabile atteggiamento del vice-sindaco, ma un fantomatico ricatto sui fondi da destinare alla città di Catania – si legge – Ribadiamo anche la nostra richiesta di dimissioni del vicesindaco Bonaccorsi, motivata dalle parole vergognose che ha riservato alla capogruppo Lidia Adorno, ma non poniamo nessun ricatto: faremo la nostra parte per Catania e pretendiamo che ogni nostro sforzo non sia vanificato dai soliti noti”.
“Il vicesindaco dovrebbe invece dimettersi per ragioni di opportunità politiche ed etiche, e chi finge di non accorgersi di ciò che viene detto fra questi e il nostro ex-consigliere Grasso dovrebbe farsi un esame di coscienza, anziché parlare di inesistenti ricatti, e dovrebbe chiedersi che immagine dia di sé una città che mantiene quale secondo cittadino un signore che parla con quei toni di una collega consigliera”.
Giovanni Grasso dal canto suo smentisce: “La telefonata è finita sulla chat e non riguarda un colloquio con Bonaccorsi, ma con un mio vecchio collega di università ho espresso insofferenza nei confronti di un gruppo che ha mostrato astio nei miei confronti. Nessun intento diffamatorio, né parole violente. Passerò al gruppo misto, non condivido la linea del Movimento sul dissesto e sulla gestione dei crediti. Nessuna violenza, mi riferivo all’attività politica, trovo volgare gli attacchi nei miei confronti. Giarrusso mi attacca per motivi strumentali, farò io delle querele per difendere la mia onorabilità”.
VALANGA DI CRITICHE A GIARRUSSO.  Per la senatrice Pd, Valeria Sudano “non ci bastava la telenovela indegna della telefonata registrata e poi fatta circolare, ma siamo arrivati addirittura alle minacce di Giarrusso e dei 5 stelle sugli aiuti del Governo alla nostra Catania già in ginocchio. Da domani, lunedì nizieremo una battaglia che avrà la sua fine solo quando ci saranno fatti concreti per la città. Catania e la sua salvezza non appartiene a qualche partito politico ma a tutti i cittadini che non si rassegnano al suo decadimento. Giarrusso si vergogni e si scusi con i catanesi”.
Per il consigliere di maggioranza Luca Sangiorgio “le dichiarazioni dell’onorevole Giarrusso sono tanto meschine che non meriterebbero nessuna risposta. Come si puo minacciare il futuro di migliaia di famiglie per una questione di cui i catanesi non c’entrano assolutamente nulla? Questa amministrazione comunale ha ereditato una situazione disastrosa eppure con alto senso di responsabilità e abnegazione sta cercando di porvi rimedio. In qualità di capogruppo non vorrei che tutto questo polverone sollevato dai 5 Stelle sia un pretesto per abbandonare Catania al suo destino infausto”.
I consiglieri del gruppo “Insieme di può”, Salvo Di Salvo, Agatino Giusti e Giovanni Petralia, oggi vicini a Forza Italia sottolineano che “le dichiarazioni del senatore Giarrusso assumono un inaccettabile tono intimidatorio; se questo è l’interesse per Catania oggi più che mai risulta chiaro che non vi è nessuna intenzione per far sì che la città possa risollevarsi. Non possiamo accettare che un parlamentare del partito di maggioranza del governo possa rivolgersi al sindaco con un ultimatum ricattatorio”.
Per il consigliere Manfredi Zammataro di #Diventerà Bellissima “quanto riferito dai vertici M5s è una violenta minaccia di rappresaglia ai danni di Catania che non può essere tollerata. Pensare di poter ricattare Pogliese con la minaccia di non aiutare Catania condannandola a sprofondare in un baratro è un atteggiamento che non può essere consentito”.

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