“Se ancora oggi si muore di lavoro qualcosa non va”

A Partinico e Alcamo i funerali di due delle vittime di Casteldaccia

“Lo sappiamo, la morte fa parte dell’esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona e ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno”. Così nella sua omelia l’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, ai funerali di Ignazio Giordano, una delle cinque vittime della strage sul lavoro a Casteldaccia.

Tantissimo dolore nella chiesa madre di Partinico. In prima fila la moglie di Giordano, insieme ai tre figli. La chiesa è piena e tanti fedeli sono rimasti fuori. Sono presenti anche i sindaci dei Comuni di Partinico (Piero Rao), Casteldaccia (Giovanni Di Giacinto), San Cipirello (Vito Cannella), Montelepre (Giuseppe Terranova) e Giardinello (Antonio De Luca). Per l’arcivescovo “se ancora oggi si muore di lavoro con una frequenza impressionante, significa che qualcosa non va”. “Le chiamano morti bianche, ma rappresentano la sconfitta di questa nostra società, la sconfitta di tutti noi – ha proseguito -. Spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti bianche che aumentano di giorno in giorno: non sono numeri, sono uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa emergenza”.

Ultimo saluto di parenti e amici anche per Epifanio Alsazia, il socio e contitolare della Quadrifoglio Group, morto nella strage di Casteldaccia. Il primo a scendere nell’impianto e il primo a trovare la morte. Un grande lavoratore, uno che non lasciava mai gli operai nonostante i suoi 71 anni, hanno sottolineato parenti e amici dell’imprenditore. A celebrare i funerali è stato don Enzo Santoro, parroco della chiesa del Sacro Cuore, nel quartiere in cui abita la famiglia Alsazia. La funzione si è svolta nella chiesa Madre gremita di fedeli. Presenti alle esequie i massimi vertici provinciali e regionali dell’Arma dei carabinieri; il figlio della vittima è in servizio alla compagnia di Partinico.

“Non si può morire di lavoro per portare un pezzo di pane a casa – ha detto il parroco nel corso dell’omelia -. La parola del Signore in questi momenti difficili ci guiderà. Perché sia per noi vicinanza e speranza nuova. E per chi ha fede c’è sempre una vita nuova quando finisce quella terrena”. Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Alcamo Domenico Surdi e il sindaco di Castellammare del Golfo Giuseppe Fausto. Il sindaco Surdi ha proclamato oggi il lutto cittadino per Epifanio Alsazia e Roberto Raneri, i concittadini vittime dell’incidente sul lavoro di Casteldaccia. I funerali di Raneri si svolgeranno lunedì prossimo sempre ad Alcamo.

Intanto, nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico di Palermo, diretto dal professore Antonino Giarratano, il paziente coinvolto nell’incidente continua il suo percorso di svezzamento dalla ventilazione controllata e si presenta stabile sotto il profilo della funzionalità degli altri parametri vitali e della funzione neurologica. Per i medici è “a elevata fragilità e pertanto non è ancora possibile sciogliere riserva sulla vita, soprattutto per la funzione respiratoria e il controllo delle infezioni”.

scroll to top