Corruzione: Sammartino si dimette

Voto di scambio: arrestato il sindaco di Tremestieri, indagato il vicepresidente regionale: 11 misure cautelari NOMI-VD 

CATANIA – Terremoto nella politica siciliana. Indagato per corruzione, il vicepresidente della Regione siciliana Luca Sammartino in base alla decisione del gip di Catania per un anno non potrà ricoprire pubblici uffici. L’assessore all’Agricoltura ha rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche e le funzioni ad interim dell’assessorato sono state assunte direttamente dal presidente della Regione Renato Schifani, il quale con successivo decreto provvederà alla nomina del nuovo vice presidente della giunta.

L’OPERAZIONE. La notizia è arrivata all’alba: oltre 100 carabinieri di Catania hanno eseguito, nelle province di Catania e Palermo, un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale etneo, nei confronti di 11 persone tra esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori, accusati di scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Sotto accusa gli accordi illeciti tra alcuni amministratori del comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa Santapaola-Ercolano, riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco Santi Rando (arrestato per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata), quanto la successiva degenerazione affaristica dell’ente, messa in atto dai funzionari infedeli mediante numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici. Gli atti dell’inchiesta verranno acquisiti dalla commissione parlamentare antimafia. Rando e il consigliere comunale Mario Ronsisvalle, anche lui arrestato, sono stati sospesi dal prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi.

LE ELEZIONI A TREMESTIERI. Sono stati acquisiti gravi elementi indiziari in ordine a una pluralità di reati commessi, secondo la prospettiva accusatoria, nell’ambito della gestione amministrativa del comune di Tremestieri Etneo e, in particolare, ad accordi stretti tra alcuni amministratori ed elementi vicini ad esponenti della cosca mafiosa Santapaola-Ercolano. Le indagini sono partite dalle dichiarazioni accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia, affiliati alla famiglia mafiosa, ed in particolare Silvio Corra, già responsabile del gruppo Nizza, e Salvatore Bonanno, che aveva già fornito dichiarazioni di rilievo in tempi precedenti all’esecuzione delle indagini attuali. Sarebbe anche emerso come Pietro Alfio Cosentino, destinatario della custodia cautelare in carcere e referente del clan mafioso Santapaola-Ercolano nel territorio di Tremestieri Etneo, si sia adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione dell’attuale sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando. È emersa quindi la figura di Cosentino a fianco del sindaco Rando, del quale risultava essere uomo di maggior fiducia e unitamente al quale risulterebbe essere responsabile di voto di scambio politico – mafioso, in relazione alle consultazioni elettorali amministrative del 31.05.2015 ed al successivo ballottaggio del 21.06.2015, insieme ai pregiudicati Vito Romeo e Francesco Santapaola, tutti affiliati mafiosi ed esponenti di vertice della cosca.

Dopo la vittoria elettorale di Rando, una serie di operazioni giudiziarie (ed in particolare Kronos e Carthago2) certificavano l’appartenenza a Cosa nostra catanese di Francesco Santapaola e di Vito Romeo, coinvolgendo Alfio Romeo, a suo tempo tratto in arresto per reati in materia di stupefacenti. Vicende giudiziarie divenute, agli occhi di coloro che avevano beneficiato di appoggio elettorale, pregiudiziale scomoda per il soddisfacimento delle promesse preelettorali, che sarebbero state quindi concretizzate solo per Cosentino, unica figura non raggiunta da alcuna misura cautelare. Le indagini hanno attestato, di conseguenza, il forte malcontento espresso dal nucleo familiare di Romeo, rimasto fortemente insoddisfatto in quanto escluso nonostante l’appoggio elettorale fornito e le promesse rilasciate, mentre Cosentino, dopo avere ottenuto la sistemazione lavorativa dei due figli Vincenza e Francesco, è stato escluso dalle liste elettorali per le amministrative del 2021, in quanto divenuto un soggetto facilmente ricollegabile al sodalizio mafioso.

LA “DEGENERAZIONE AFFARISTICA”. In questo specifico contesto, si sono acquisiti elementi che dimostrerebbero una degenerazione affaristica del governo locale del comune di Tremestieri Etneo, del quale Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, risultava essere il principale referente politico del primo cittadino Santi Rando. Proprio in merito alla figura di Sammartino, è stata riscontrata – spiegano gli inquirenti – la sua preoccupazione di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni. Inoltre si sarebbe adoperato in attività di vigilanza e di bonifica tecnica dei locali della sua segreteria politica avvalendosi di carabinieri in servizio ed in quiescenza, cercando inoltre di acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”. Le attività investigative, secondo quanto spiegato dalla Procura di Catania, hanno fatto emergere il clima di corruzione: un’attività portata avanti dallo stesso Rando e Giovanni Naccarato, dirigente dei Lavori pubblici e della pianificazione del Territorio-urbanistica), insieme a Cosentino e Puccio Monaco, architetto e all’epoca dei fatti consulente del sindaco a titolo gratuito, i funzionari corrotti, i quali avrebbero ricevuto denaro e altre varie utilità, quasi sempre grazie alla costante attività di intermediazione dell’ingegnere Paolo Di Loreto, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici.

“SAMMARTINO INCLINE A COMMETTERE REATI”. “Senz’altro allarmante e indicativo di una personalità incline a commettere azioni delittuose è il comportamento dell’indagato, diretto alla ricerca di informazioni sull’esistenza di indagini a suo carico, anche istigando altri a commettere reati pur di fornirgliele”, scrive il gip di Catania Carla Aurora Valenti a proposito di Sammartino. Il giudice sottolinea, inoltre, “la gravità dei delitti di corruzione propria commessi, la capacità del Sammartino di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto ai consiglieri comunali Smecca Ferdinando e Torre Giancarlo), la sua condivisione del progetto che avrebbe alterato le regole di un’onesta competizione elettorale, progetto alla cui realizzazione ha collaborato attivamente, traendone anche benefici personali, l’intervento con i funzionari regionali fondamentale per l’illecito risultato avuto di mira”.

RIMANE DEPUTATO O NO? Tra l’altro l’interdizione da tutte le attività potrebbe consentire a Sammartino di rimanere deputato dell’Assemblea siciliana: questo scenario accadrebbe qualora il giudice decidesse di non inviare l’ordinanza al commissario dello Stato per la Regione siciliana. Nel caso invece il faldone fosse trasmesso, spetterebbe al commissario, dopo avere letto l’intera ordinanza, di valutare se esistano o meno i presupposti per fare scattare le prescrizioni previste dalla legge Severino e in questo caso l’iter prevede l’invio della relazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la decretazione e la successiva trasmissione del decreto al commissario dello Stato, quindi l’invio agli uffici dell’Assemblea regionale siciliana e l’attivazione della commissione verifica poteri per la sospensione del deputato e la sostituzione temporanea col primo dei non eletti nella lista di Catania.

“ESTRANEO AI FATTI”. Sulla vicenda Sammartino ha diffuso una nota: “Ho rimesso l’incarico di assessore regionale e vice presidente della Regione dopo essere stato raggiunto da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo. Ringrazio il presidente per la fiducia dimostrata nei miei confronti e per il lavoro svolto fin qui. Tengo a sottolineare che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a 5 fa, che con stupore leggo mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura. Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale”. Sammartino è il nipote del prefetto in quiescenza Claudio Sammartino, uno dei componenti della commissione di accesso nominata dal Viminale che valuta eventuali infiltrazioni mafiose al Comune di Bari. Claudio Sammartino è stato prefetto di Catania. Da quanto risulta, tra zio e nipote non c’era consuetudine di rapporti, ma soltanto delle frequentazioni familiari.

IL PENTITO: “L’INCONTRO DI SAMMARTINO COL BOSS”. Sammartino avrebbe incontrato nel 2015 esponenti di spicco del clan Santapaola. Lo ricostruisce il collaboratore Silvio Corra le cui dichiarazioni, alcune su fatti appresi direttamente e altri ‘de relato’, sono ritenute attendibili dalla Procura di Catania. Corra era entrato in Cosa nostra nel 2004 grazie alla sua parentela con il cognato Angelo Santapaola, già responsabile dell’associazione sino al suo assassinio nel settembre 2007. Dopo la sua scarcerazione, nel 2013, era diventato uomo di fiducia del reggente dell’epoca, Francesco ‘Colluccio’ Santapaola, e gestiva la cosiddetta ‘carta delle estorsioni’. Ha iniziato a collaborare con la giustizia il giorno di Ferragosto del 2020, mentre era libero. Nel provvedimento cautelare la Procura ricostruisce un episodio in cui Corra aveva personalmente accompagnato l’esponente di vertice dell’associazione mafiosa, Francesco ‘Colluccio’ Santapaola, a casa di Vito Romeo per riunioni tra loro ed esponenti politici, e in particolare il candidato sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, un cognato di Romeo e un’altra persona di cui forniva una descrizione fisica, ma di cui non sapeva altro. Corra aggiungeva che in un paio di occasioni a queste riunioni aveva visto arrivare anche un altro soggetto che, “nell’album fotografico esibitogli, riconosceva nella fotografia raffigurante l’effige di Sammartino, ma di cui non sapeva il nome”, ricordando di averlo visto una-due volte. Alla riunione Corra non ha partecipato, ma avrebbe appreso poi da Romeo che avrebbero appoggiato il candidato sindaco che avrebbe portato a loro “lavoro e soldi”.

L’ACCORDO PER LE FARMACIE. Tra i destinatari della misura cautelare figurano quattro imprenditori (di cui uno già deceduto per cause naturali) emersi nell’ambito di altrettante vicende corruttive, in relazione alle quali avrebbero beneficiato, in cambio di denaro e altre utilità elargite illecitamente ai pubblici ufficiali, della concessione di permessi comunali (autorizzazioni a costruire e cambi di destinazioni d’uso) e assegnazioni di lavori pubblici (ristrutturazioni e manutenzioni di edifici pubblici), anche solo promesse, come nel caso dell’appalto relativo alla ristrutturazione della locale caserma dei carabinieri, poi mai verificatosi. Sono stati acquisiti elementi che sembrerebbero delineare una strategia dei vertici del comune di Tremestieri Etneo tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica, arrivando a favorire lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato – anche grazie all’intervento di Sammartino – proprio tra i sostenitori di Rando per le elezioni amministrative dell’anno 2021. Nello specifico, Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, sarebbe stato favorito facendo ridurre il numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, ottenendo in cambio la promessa di sostegno elettorale in vista delle elezioni europee del 2019 per il candidato sostenuto da Sammartino. A Sammartino viene anche contestato uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, quando Sammartino, allora deputato regionale, faceva parte del Partito democratico.

PERSONE DESTINATARIE DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
1. COSENTINO Pietro Alfio detto “Piero”, nato a Trecastagni (CT) il 16.8.1962;
2. RANDO Santi, nato a Catania il 3.11.1975.

ARRESTI DOMICILIARI
1. DI LORETO Paolo, nato a Catania il 4.7.1952;
2. MONACO Giuseppe, detto “Puccio” nato a Catania il 2.3.1952;
3. NACCARATO Giovanni, nato a Napoli il 11.8.1966;
4. RONSISVALLE Mario, nato a Catania il 6.1.1970.

SOSPENSIONE – PER LA DURATA DI UN ANNO – DAI PUBBLICI UFFICI RICOPERTI E DA TUTTE LE ATTIVITÀ INERENTI
1. SAMMARTINO Luca Rosario Luigi, nato a Catania il 21.2.1985;
2. PLATANIA Michele, nato a Catania il 25.6.1968.

DIVIETO – PER LA DURATA DI UN ANNO – DI ESERCITARE LE RISPETTIVE ATTIVITÀ DI IMPRESA E DI RICOPRIRE UFFICI DIRETTIVI DI PERSONE GIURIDICHE
1. CUCINOTTA Domenico, nato a Catania il 22.9.1960;
2. FERLITO Giuseppe, nato a Catania il 27.3.1960;
3. STANGANELLI Mario, nato a Palagonia il 9.1.1966.

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