Iuventa, tutti prosciolti

Erano 10 gli imputati accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

PALERMO – Si è chiuso, dopo 7 anni, con la sentenza di non luogo a procedere per i 10 imputati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il procedimento penale nei confronti dei componenti dell’equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere. Le organizzazioni umanitarie erano accusate dai pm di Trapani di aver stretto accordi con i trafficanti di uomini e di non aver prestato in realtà soccorso ai profughi ma di aver fatto loro da “taxi”, trasbordandoli dalle navi libiche alle quali poi avrebbero permesso di tornare indietro indisturbate.

Il gup che ha emesso la sentenza con la formula perchè il fatto non sussiste è Samuele Corso. Il non luogo a procedere era stato chiesto dalla stessa Procura di Trapani dopo una inchiesta costata circa 3 milioni di euro. Nel procedimento era costituito parte civile il ministero dell’Interno che si è rimesso alla decisione del gup. I pm avevano anche disposto il sequestro dell’imbarcazione Iuventa della ong Jugend Rettet, una delle tre organizzazioni umanitarie coinvolte. La nave nel frattempo ha subito danni enormi ed è inutilizzabile.

“Questa decisione, che arriva a conclusione di una vicenda giudiziaria durata quasi sette anni, riconosce la verità sul nostro operato e sull’impegno umanitario per salvare vite in mare”, afferma Daniela Fatarella, direttrice Generale di Save the Children. “Save the Children – aggiunge – è sempre stata fiduciosa nella conclusione positiva di questa vicenda, nella piena coscienza che i membri dell’organizzazione hanno sempre operato nella legalità, al fine di salvare vite in mare, rispondendo al proprio mandato umanitario e con il primario obiettivo di proteggere i soggetti vulnerabili, quali ad esempio minori non accompagnati e donne potenzialmente vittime di tratta e sfruttamento”.

“La formula assolutoria dice che non c’era niente, mancava la condotta materiale – spiega l’avvocato Alessandro Gamberini – I fatti materiali non sono stati dimostrati e non erano dimostrabili come noi abbiamo sostenuto con richieste di archiviazione alla Procura. Questo processo è una delle origini del male, della diffamazione delle ong chiamate spesso a essere complici dei trafficanti. Si chiude un’epoca anche se non chiedo che il nostro ministro Salvini si fermerà”.

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