Rapina da film alla ditta catanese

Assalto armato al magazzino di Palermo: imbavagliano il vigilante e rubano tutto VIDEO

PALERMO – Cinque persone armate hanno assalito la notte scorsa un magazzino della ditta catanese Di Bella costruzioni a Palermo, in via Tommaso Natale. L’azienda sta eseguendo lavori per milioni di euro. I rapinatori hanno immobilizzato un agente di sorveglianza, lo hanno imbavagliato e legato e gli hanno sottratto la pistola. Poi hanno rubato mezzi, attrezzature, cavi, telecamere e impianto di videosorveglianza.

“E’ stata una squadra specializzata – dichiara il titolare della ditta, Daniele Di Bella -, adesso si dovranno interrompere le attività perché è stato rubato tutto il cavo necessario al lavoro e sono stati portati via i mezzi d’opera. I lavori riguardano due lotti per l’efficientamento energetico della pubblica illuminazione di Palermo in fase di ultimazione per un valore di oltre dieci milioni di euro. Siamo nel far west, dopo oltre 10 denunce di furto sui cavi di pubblica illuminazione per più di 100 mila euro ora passano ai magazzini. Lo Stato intervenga, ci sentiamo abbandonati. Il mio personale ha paura ad andare in cantiere e siamo con la vigilanza armata”.

Il proprietario è esasperato: “Cementiamo i pozzetti e li troviamo distrutti. Non sono furti che si compiono in cinque minuti. Sono zone centrali e trafficate, ma i palermitani non ci aiutano. Nessuno segnalala questi ladri che compiono i furti alla luce del sole. C’è un omertà diffusa che davvero scoraggia. Se sono richieste di pizzo? Lo sanno bene che da noi non devono venire, ogni volta che iniziamo a lavorare in una città la prima visita è al comandante provinciale dei carabinieri. Da 40 anni abbiamo fatto una scelta di campo senza compromessi. Paghiamo le conseguenze di questa scelta, tanto che sono costretto con costi notevoli ad avere anche la vigilanza ai cantieri e anche alle squadre che vanno in giro. Polizia e carabinieri hanno ritrovato mezzi rubati nella zona dello Zen, ma perché queste cose avvengono sempre dopo? Purtroppo non c’è prevenzione”.

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