San Cristoforo, attacco alla fortezza della droga

A Catania centrale di spaccio blindatissima, clienti pagavano pure con fanali di Smart rubati

Ennesima piazza di spaccio smantellata nel quartiere San Cristoforo dai carabinieri di Catania, con base operativa dello smistamento al dettaglio della droga in due appartamenti di via Alonzo e Consoli. A condurre il blitz i militari della Squadra Lupi, insospettiti per un insolito via vai di persone, soprattutto giovani, che entravano e uscivano a qualsiasi ora del giorno e della notte dalle due case.

Da questo particolare sono scattate le indagini che hanno portato all’operazione della scorsa sera, con l’arresto dei 6 pusher che gestivano la piazza di spaccio, un 20enne e un 18enne catanesi entrambi pregiudicati, un 43enne originario del Senegal ma da diversi anni residente a Catania e 3 minorenni (un diciassettenne e due sedicenni).

I locali utilizzati per lo stoccaggio e la vendita della droga erano muniti di tutti i possibili dispositivi di sicurezza per prevenire eventuali controlli, con tanto di porta blindata e monitor ad alta risoluzione collegato con telecamere che puntavano all’esterno. Nel caso di una visita dei carabinieri i malviventi inoltre sarebbero fuggiti sul tetto.

Per il blitz si sono mosse due squadre: il primo team doveva intervenire nell’appartamento utilizzato come punto di stoccaggio e di spaccio, al secondo piano della palazzina, mentre il secondo gruppo aveva il compito di fare irruzione nello stabile comunicante, per bloccare i pusher qualora si fossero allontanati attraverso i tetti.

Al momento dell’irruzione in una casa visibilmente disabitata e priva di mobilio, i carabinieri si sono trovati di fronte al 43enne senegalese, al 20enne catanese e a suo cugino di 16 anni. I tre si trovavano nel soggiorno mentre fissavano increduli un monitor della grandezza di 65 pollici, collegato real time a 5 telecamere che osservavano l’intero perimetro esterno della palazzina. Il movimento fulmineo dei Lupi tuttavia non ha dato loro il tempo di reagire.

Iniziata la perquisizione, si è potuto constatare come su un grande tavolo fossero sparsi diversi oggetti idonei al confezionamento di stupefacenti; in particolare 2 bilancini digitali funzionanti intrisi di cocaina, un pizzino riportante nominativi e relativi importi di denaro, 2 rotoli di carta argentata per il confezionamento della droga, un bruciatore a gas portatile per lo preparazione di cocaina e crack, una confezione di bicarbonato per tagliare la cocaina e svariate bustine in cellophane trasparenti. Un vero e proprio banco di vendita della droga, i cui ricavati venivano annotati appunto sui fogli recuperati.

Nel bagno il wc era stato materialmente sradicato e il pavimento si presentava completamente cosparso di candeggina. Questo perché in caso di blitz, la droga avrebbe dovuto essere smaltita attraverso la condotta fognaria, e poiché la casa non era servita da acqua corrente, il deflusso del narcotico avrebbe dovuto essere agevolato attraverso la candeggina, utile anche a sviare il fiuto di cani cinofili. Difatti dietro al sifone del sanitario rimosso i militari hanno trovato alcune dosi già confezionate e pronte ad essere smerciate.

In uno sgabuzzino c’era un materasso sul quale erano sparse banconote di diverso taglio per un importo complessivo di 1.200 euro e 3 pochettes con altri 1.880 euro. Infine in una camera sono stati trovati due fanali posteriori di colore bianco, appartenuti a una Smart for Two. Alcuni acquirenti infatti, versando in situazioni di totale indigenza, per comprare le dosi barattano anche parti di carrozzeria rubate.

Negli stessi attimi del primo blitz, il secondo team ha fatto irruzione nell’altro appartamento, un immobile composto da due piani. Qui i carabinieri hanno trovato il 18enne e i due 16enni, che alla vista dei militari hanno cercato di scappare attraverso il tetto, non riuscendoci poiché i militari avevano già studiato tutti i possibili accessi. Durante la fuga il diciottenne si è disfatto di due borselli, lanciandolo sui tetti, subito recuperati dai militari. Contenevano due bilancini digitali di precisione perfettamente funzionanti e intrisi di cocaina, numerose buste di cellophane trasparenti per confezionare la droga, 3 buste contenenti marijuana del tipo amnesia per un peso complessivo di 150 grammi, 25 grammi di crack, diverse dosi di cocaina, nonché una cartuccia per pistola calibro 38 special e la somma in contanti di 85 euro, oltre a numerosi “kit del consumatore”.

Questi ultimi sono una sorta di gadget, che i pusher concedono in regalo ai loro acquirenti, composti da una confezione di filtri, una di cartine e un accendino, tenuti insieme tramite dello scotch. In tal modo i 6 spacciatori fornivano un “servizio aggiuntivo” ai loro clienti, che non dovevano nemmeno scomodarsi ad andare in tabaccheria ad acquistare il materiale occorrente al consumo della droga.

 

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