“Ci siamo solo difesi”

La versione dei fratelli indagati per l'uccisione di Lino Celesia a Palermo

PALERMO – Ha risposto alle domande del gip il giovane di 23 anni accusato di avere avuto la pistola con la quale il fratello di 17 avrebbe ucciso Rosolino Celesia nella discoteca Notr3 a Palermo. Il giudice oggi ha disposto per il maggiorenne la custodia cautelare in carcere per detenzione illegale di arma. Il minorenne comparirà davanti al giudice il 25.

“I due ragazzi e la loro madre sono molto dispiaciuti per quanto successo. Sono vicini ai genitori di Rosolino – dice l’avvocato Vanila Amoroso che difende i due fratelli -. Il minorenne ha ribadito di aver agito per paura. Ha pensato infatti che dopo avere picchiato il fratello la vittima avrebbe colpito anche lui. Per questo ha preso la pistola e ha esploso i colpi. Solo per legittima difesa”. “Avevano avuto già una lite dieci giorni prima alla Vucciria – ha detto l’avvocato – Celesia in quell’occasione avrebbe colpito con una bottiglia il maggiorenne”.

Il più piccolo intimorito da quanto visto, sarebbe andato a comprare una pistola nel mercato Ballarò. “I tre si sono di nuovo incontrati in discoteca. – spiega il legale – .La vittima avrebbe aggredito il più grande che lo ha invitato in cortile per un chiarimento. Rosolino l’avrebbe colpito alla testa facendolo svenire. Il minorenne allora ha preso la pistola e ha iniziato a sparare”.

Il racconto è al vaglio degli investigatori che hanno più di un dubbio. Il fratello maggiore in carcere al Pagliarelli fa il pescivendolo e ha un figlio piccolo. Il ragazzo di 17 anni sta completando gli studi. “E’ stato lui a consegnarsi ai poliziotti – conclude l’avvocato -. Ha prima soccorso il fratello ferito e lo ha portato a casa. Poi si è disfatto delle pistola gettandola in mare a Vergine Maria e l’indomani ha chiamato le forze dell’ordine”.

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