Affari Santapaola coi fondi Covid, complici un bancario e un carabiniere

Truffa ai danni dello Stato durante la pandemia: 10 misure cautelari VIDEO-NOMI

CATANIA – Oltre 100 agenti della polizia di Catania dalle prime luci dell’alba hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catania, su richiesta della Procura, a carico di dieci persone responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato durante l’emergenza Covid con l’aggravante di aver agito per agevolare l’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Nei confronti dei destinatari della misura restrittiva, nonché di altri 15 beneficiari di indebiti finanziamenti, per la maggior parte titolari di esercizi commerciali, il gip ha disposto il sequestro preventivo di oltre 380.000 euro.

Le indagini svolte tra marzo e novembre del 2021 hanno fatto luce su un sodalizio criminale dedito alla commissione di numerosi delitti di falso e indebita percezione di contributi pubblici, attraverso falsa documentazione presentata da soggetti che non avevano i presupposti di legge, consistenti in finanziamenti di vario genere erogati da istituti bancari e garantiti dallo Stato per fronteggiare l’emergenza economica legata alla pandemia.

Al vertice dell’associazione criminale, composta, tra gli altri, da vari professionisti del settore, vi sarebbero il funzionario di un noto istituto di credito catanese, Alessandro Mirabella, e il direttore generale della Co.Fi.San. Consorzio Fidi, Andrea Pappalardo, i quali avrebbero promosso e organizzato l’attività dei sodali Gabriele Santapaola, Alberto Casisi, Paolo D’Angelo, Paolo Marragony, Concetto Massimino, Paolo Monaco, Claudio Nicotra e Michele Adolfo Pilato imperniata su un preciso modus operandi.

Gli indagati, sfruttando la semplificazione procedurale della legislazione d’urgenza del cosiddetto Decreto Liquidità, riguardo alle procedure per la concessione del finanziamento garantito a imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita Iva, avrebbero assicurato a beneficiari compiacenti l’accesso fraudolento ai finanziamenti, istruendo la pratica. Un ruolo centrale sarebbe stato rivestito dal direttore generale della Co.Fi.San., Pappalardo, che avrebbe convogliato le istanze prodotte dai vari professionisti verso dirigenti di istituti di credito compiacenti come Mirabella, il quale, a sua volta, avrebbe assegnato tali pratiche a fidati funzionari della banca, tra i quali D’Angelo, che, dietro indebito pagamento di una somma di denaro, le avrebbe deliberate positivamente o, qualora viziate, ne avrebbe consigliato il ritiro così da poter essere ripresentate una volta rettificate.

A loro volta i professionisti Pilato, Casisi, Nicotra, Massimino e Monaco, questi ultimi due titolari di un’agenzia di disbrigo pratiche finanziarie, sempre facendo riferimento a Pappalardo, avrebbe reperito ‘clienti’ a nome dei quali proporre le richieste di finanziamento garantito, predisponendo la falsa documentazione da allegare alle istanze, per poi riscuotere dal beneficiario compiacente le somme pattuite dopo l’indebita erogazione del finanziamento.

Completerebbero l’organigramma del gruppo Gabriele Santapaola, esponente di rango dell’omonimo clan mafioso, e Paolo Marragony, brigadiere capo dei carabinieri in servizio a Catania, i quali, avrebbero collaborato stabilmente col ragioniere ex commercialista Pilato, presentando numerose richieste di finanziamento intestate a prestanome. Marragony, inoltre, al quale viene contestato anche il reato di accesso abusivo a un sistema informatico protetto, avendo più volte consultato le banche dati di polizia per finalità diverse da quelle connesse al servizio, avrebbe collaborato con Gabriele Santapaola, in quanto, oltre a curare i rapporti con i funzionari di banca, si sarebbe occupato anche della predisposizione della documentazione per ottenere il contributo come l’attivazione della partita Iva, la predisposizione della falsa documentazione reddituale e il suo inoltro telematico, nonché l’apposita attivazione di un’utenza telefonica e di una casella email nella quale pervenivano le varie comunicazioni bancarie alle quali rispondeva personalmente. Dalle indagini sono risultate numerose difformità sulla documentazione di almeno 13 istanze di contributi, così determinando l’indebita erogazione di finanziamenti per circa 380.100 euro.

Dei 10 soggetti coinvolti, 5 sono stati tradotti in carcere e 5 sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e all’obbligo di dimora nel Comune in cui abitano.
Custodia in carcere:
MARRAGONY Paolo (cl.1973)
MIRABELLA Alessandro (cl.1961)
PAPPALARDO Andrea (cl.1977)
PILATO Michele Adolfo Valerio (cl.1958)
SANTAPAOLA Gabriele (cl.1984), già detenuto per altra causa

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e obbligo di dimora nel comune in cui abitano:
CASISI Alberto Angelo (cl.1991)
D’ANGELO Paolo (cl.1961)
MASSIMINO Concetto (cl.1967)
MONACO Paolo (cl.1985)
NICOTRA Claudio (cl.1977)

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